IL BARRO ROVINA LA FESTA
PER LA RIAPERTURA DI ANNONE.
CON LA CANNA NORD CHIUSA
PARALIZZATE LE PROVINCIALI

LECCO – Non c’è pace per la Strada Statale 36 “del Lago di Como e dello Spluga”. A meno di una settimana dall’annuncio delle Olimpiadi in Valtellina è fuori discussione che la SS36 sia il primo dei mali da curare in vista dei giochi, ma se non bastasse è la stessa arteria a ribadire il concetto.

Con la canna nord del Barro chiusa infatti la viabilità lecchese non regge. I calcinacci di sabato sulla carreggiata nella galleria di Galbiate, tratto fondamentale per la SS36, ne hanno compromesso la sicurezza e immediata è stata la decisione di chiuderla: viabilità deviata lungo la “ex 36” a Civate Isella, attraverso Valmadera, Malgrate per riprendere il Terzo Ponte a Pescate.

Tunnel che inoltre è puntualmente oggetto di manutenzioni notturne, eppure il distacco è piombato come un imprevisto nella delicata viabilità lariana.

Il tutto a due giorni dalla cerimonia di inaugurazione del cavalcavia di Annone che poco meno di tre anni fa tranciò l’esistenza di Claudio Bertini, rimasto con la sua auto sotto al cemento armato ed al trasporto eccezionale che in quell’istante attraversava la Statale 36. Al taglio del nastro confermate accanto a vertici Anas confermate le presenze del ministro pentastellato Danilo Toninelli e del governatore padano Attilio Fontana.

Nel frattempo però tutti in coda, a passo d’uomo quando va bene, mentre le nostre strade si colorano del rosso vermiglio di Google Maps, dalla Statale ad ogni altra Provinciale alternativa alla Super tra la Brianza e l’Adda.

Migliaia gli automobilisti tra il rassegnato e l’arrabbiato. Identici stati d’animo che serpeggiano nelle località turistiche del Lario orientale o della Valsassina. “Desio-Muggiasca in tre ore e 10 minuti” ci fanno sapere coloro i quali hanno avuto fortuna, perché per altri l’antifona recita “oggi per colpa della strada metà dei clienti sono tornati indietro”.

Un calcinaccio e tre chilometri di strada chiusa, tanto è bastato per portare al collasso la viabilità di buona parte della provincia lecchese e lasciare un segno immediato sull’economia. Riavere il ponte di Annone è certamente vitale per il territorio, ma da festeggiare c’è ben poco.