“E LO CHIAMA(VA)NO AMORE”: A CALOLZIO PAROLE E CANZONI CONTRO LA VIOLENZA

CALOLZIOCORTE – Il gruppo CulturaInsieme di Calolziocorte in occasione della “Giornata contro la violenza sulle donne” organizza domenica 30 novembre alle 16:30 presso la sala don Duci dell’oratorio di Sala di Calolziocorte, un pomeriggio di parole e canzoni.

Come l’anno scorso, l’anno prima e gli anni prima ancora, i numeri ci dicono che gli atti di violenza sulle donne sono, purtroppo, ancora numerosi nel nostro territorio.

In base ai dati forniti dalle aziende ospedaliere e pubblicati sui giornali locali, “in soli 10 mesi, dal 1º gennaio al 31 ottobre sono ben 213 le donne vittime di violenza che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche nei Pronto Soccorso degli ospedali di Lecco e Merate, e tra loro 17 sono minori di 16 anni”. A questi numeri già altissimi, va aggiunto quello incalcolabile delle donne che non denunciano e preferiscono mantenere il silenzio.

Se guardiamo, poi, il numero dei femminicidi commessi in Italia dobbiamo purtroppo registrare che nel 2025, fino a novembre, ci sono stati 78 femminicidi, vale a dire che ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo, spesso partner o ex partner (dati forniti dall’osservatorio nazionale Nonunadimeno).

Ancora una volta i numeri ci dimostrano che la violenza sulle donne è una piaga della nostra società e sbagliato è considerarla un problema delle donne perché ci riguarda tutti, in primo luogo gli uomini che devono prendere coscienza del perdurare di una cultura maschilista e patriarcale che alimenta queste forme di violenza. Violenza che sappiamo nascere spesso da radici invisibili: stereotipi, linguaggi, modelli culturali che continuano a giustificare uno sbagliato pensiero di possesso e di sopraffazione della donna.

Per questo la vera prevenzione passa dall’educazione al rispetto e dal riconoscimento della libertà della donna. Solo così si potrà produrre un cambiamento nel modo di pensare e di agire di tutti.

E allora la vera sfida è far sì che la giornata del 25 novembre non sia un gesto simbolico, ma diventi motivo per un impegno quotidiano.

Partecipare è per dire che noi non ci stiamo e che c’è ancora tanto da fare.