LECCO – “Sta diventando una piacevole abitudine incontrarci qui, a testimonianza del lavoro costante di contrasto allo spaccio di stupefacenti che la Squadra Mobile porta avanti con determinazione”. Così ha esordito il Procuratore della Repubblica di Lecco Ezio Domenico Basso presentando gli esiti dell’operazione “Mazzacavallo”, condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica. All’alba del 2 ottobre, cinque persone sono state arrestate, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lecco nei confronti di nove soggetti coinvolti in un vasto traffico di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, eroina e hashish.
Gli arrestati, tutti di origine marocchina e in gran parte irregolari sul territorio nazionale, sono stati individuati al termine di un’indagine approfondita condotta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile. L’attività investigativa si è sviluppata tra febbraio 2024 e maggio 2025, prendendo avvio da un episodio violento: una sparatoria tra connazionali, in cui la vittima – colpita alle gambe dda un fucile a pallini – ha rivelato agli operatori sanitari di essere un consumatore di cocaina e di aver avuto una lite legata a una compravendita di droga.
Da quel fatto, gli investigatori hanno ricostruito l’esistenza di due gruppi criminali attivi nello spaccio nelle aree boschive adiacenti alla SS36. Il primo, denominato “del Lupo”, operava nei territori di Costa Masnaga, Bulciago, Sirtori, Garbagnate Monastero e Nibionno. Il secondo, “Mazzacavallo”, era attivo nelle zone boschive di Molteno, Garbagnate Monastero e Nibionno.
Le indagini, coordinate dal Questore Stefania Marrazzo e dal commissario Simona De Luca, si sono basate su un’accurata analisi dei tabulati telefonici, servizi di osservazione e documentazione fotografica. Il modus operandi era quello tipico dello spaccio nei boschi: gli acquirenti venivano ricevuti all’interno o nei pressi delle aree boschive, dove avveniva uno scambio rapidissimo tra droga e denaro, preceduto da accordi telefonici. Lo spacciatore si presentava con il solo quantitativo di stupefacente pattuito, riducendo al minimo il rischio di intercettazione.
Il Procuratore ha sottolineato come si sia registrato “un pericoloso innalzamento della gravità dei fatti e una maggiore violenza da parte degli organizzatori dello spaccio nei confronti degli acquirenti”.
Dalle testimonianze raccolte tra i consumatori, la Polizia ha stimato con prudenza oltre 10.000 dosi vendute tra il 2023 e il 2025, per un valore commerciale superiore ai 300.000 euro. L’attività ha permesso inoltre di accertare una rete di circa 35 clienti abituali, in gran parte italiani, con singoli acquirenti che avrebbero acquistato fino a 650 dosi a testa in un anno, a un prezzo medio di 80-100 euro al grammo.
Sulla base di questi elementi, la Procura ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari nove misure cautelari in carcere. “Lupo”, uno dei capi del gruppo, già noto alle forze dell’ordine e con numerose condanne per reati specifici, è ritenuto responsabile anche di una lesione aggravata dall’uso di un’arma.
L’operazione del 2 ottobre ha visto impegnati gli agenti della Squadra Mobile con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine. Cinque dei nove destinatari delle misure sono stati rintracciati e arrestati, mentre proseguono le indagini per localizzare gli altri quattro, molti dei quali risultano pregiudicati e senza fissa dimora.
“Questa non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima operazione – ha commentato il Procuratore – ma ciò che facciamo, lo facciamo bene, senza improvvisare. Andare nei boschi alla ricerca di fantasmi non è semplice, ma il risultato è positivo e merita il nostro ringraziamento alla squadra mobile e al lavoro che svolgono ogni giorno”.
RedLC