25 APRILE A CALOLZIO: POLEMICA DURISSIMA DEL PD CON CHI
“HA PARLATO A NOME DELL’ANPI”

MONTELEONE Roberto PDA nome del Partito Democratico di Calolziocorte prendiamo le distanze in modo chiaro e fermo da chi ha parlato a nome dell’ANPI alla manifestazione svoltasi sabato 25 aprile a Calolziocorte per celebrare il settantesimo anniversario della Liberazione: non condividiamo l’uso strumentale e opportunistico di una occasione così importante e significativa, inserendo nel discorso opinioni politiche di parte, giudizi e valutazioni sul Governo nazionale, sull’attività parlamentare e alludendo a qualsivoglia partito politico, incitando alla “resistenza sempre e comunque” con evidente riferimento a riforme democraticamente prese o decisioni in procinto di esser prese in merito alla Costituzione della Repubblica.

Tutto ciò che si riconosce, ovviamente, come espressione legittima ma quando sia a titolo personale o anche di movimenti o associazioni (ancorché di qualsiasi formazione politica), non nella Festa che dev’essere di tutta la Città e in cui ogni Cittadino possa riconoscersi. E che dev’essere onorata, a nostro parere, per tramandare correttamente una Memoria storica fondamentale, anche per rispetto e gratitudine verso tutti coloro che si sono sacrificati per la Resistenza e la Liberazione, nella loro pluralità, “oltre le divisioni”, nella “comprensione reciproca”, mossi da forti valori ideali e con vero spirito (e desiderio) di libertà.

Non entro nel merito né delle affermazioni politiche fatte, rimandando alle sedi e nei contesti appropriati, né circa l’attività dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, verso la quale comunque si deve rispetto, riconoscenza, grande considerazione. (entro gli ambiti statutari associativi propri e nella sua libera attività, nei tempi e nei modi di una associazione e non strumentalizzato per camuffare un partito politico).

Non è nostra intenzione entrare in polemica, lo chiariamo bene, con l’ANPI, e non vogliamo che il 70° sia ricordato per ciò che assolutamente non è attinente alla Festa di Liberazione.

E neppure, perciò, intendiamo reagire alle chiare provocazioni fatte durante l’intervento in questione, perché di atto provocatorio si tratta (o forse anche, ma non vogliamo pensarlo, di un attacco politico subdolo, subdolo perché accosta riferimenti storici all’attualità incitando a una ribellione popolare come se ci si trovasse di fronte a scelte illecitamente prese da un Parlamento che invece è stato eletto, che ha dato la sua fiducia a un Governo, mentre prosegue nei programmi presupposti già alle elezioni politiche: doveva essere una legislatura per le riforme, e ciò si sta perseguendo). Semplicemente le respingiamo e ci dissociamo.

Si trattava, allora, di “scegliere, prendere in mano il proprio destino” di fronte alla situazione, per costruire un futuro diverso. Oggi secondo noi “affrontare un nemico molto potente” vuol dire trovare quei percorsi per condividere scelte comuni nell’interesse di ogni cittadino, a partire dai più deboli, e guardare all’Italia e al mondo unendosi contro il “nemico” che è non un partito o l’altro, non un esponente politico che non piace a una parte, bensì che è da individuare ad esempio nel malaffare, nella criminalità che insidia la rappresentanza politica, la mafia, la corruzione, l’evasione fiscale, la strumentalizzazione della politica e dei ruoli, l’egoismo imperante che culmina oggi nel potere economico e mediatico prima che in quello (presunto) della sfera politica. Dovremmo invece aiutarci, nel difficile contesto attuale, a superare le “partigianerie” tra fazioni politiche per “prender parte” (ovvero difendere la causa), questo sì, a favore del bene comune e, come ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, non vedere la Costituzione come una “reliquia” bensì restituirle vigore, darle nuovo vigore nei significati propri, anzitutto come base della convivenza civile nella giustizia sociale. Un percorso difficile, che va sostenuto con intelligenza e responsabilità, individuale e sociale.

“La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola”, diceva Enzo Biagi, e dovremmo quindi tutti esser più prudenti nelle manifestazioni pubbliche.

Dispiace davvero che il “cinismo e la strumentalizzazione politica” (ad altri addebitata di fronte al dramma dei migranti) e che similarmente varie altre volte abbiamo dovuto sopportare nelle  celebrazioni, da esponenti d’ogni colore, si palesi non di raro e tradisca, come oggi, una Festa dal profondo significato e di fondamentale importanza simbolica, proprio nel suo 70° anniversario.

Il Segretario
Roberto Monteleone