AL PLANETARIO IL CIELO DEL 1300
PER CONOSCERE LE STELLE
DELLA DIVINA COMMEDIA

CIELO 1300 DANTELECCO – Al Planetario di Lecco l’incontro Il cielo di Dante, tenuto dall’astrofilo Loris Lazzati in occasione del festival Immagimondo. Durante la serata è stato proiettato sulla cupola del Planetario il cielo del 1300 descritto da Dante Alighieri nella Divina Commedia, una visione di grande bellezza che è stata accompagnata dalla lettura e dall’analisi di alcuni passi del Purgatorio riguardanti appunto il cielo e le stelle.

Prima di cominciare, Loris Lazzati – fondatore e vicepresidente del Gruppo Astrofili Deep Space di Lecco – ha introdotto brevemente la visione medioevale del cielo e della terra, oltre ad aver spiegato la suddivisione delle ore della giornata nel Medioevo, così da potersi orientare più facilmente durante la lettura di alcune terzine. É stato poi messo in evidenza come la data in cui Dante iniziò il suo viaggio insegnata solitamente nelle scuole potrebbe essere non del tutto corretta: Lazzati ipotizza, sostenuto da alcune ricerche, che il viaggio del Poeta sia iniziato il primo giorno delle settimana Santa e si sia concluso esattamente sette giorni dopo, ovvero la domenica di Pasqua. Non quindi l’8 aprile, ma il 4. A confermare questa ipotesi è d’aiuto la Luna: Dante racconta che il giorno in cui si perse nella selva oscura la Luna era piena. Osservando la riproduzione del cielo del  1300, è possibile notare che la Luna era piena proprio il 4 aprile.

CIELO 1300

Il cielo che è stato proiettato è esattamente quello che Dante avrebbe visto se il 4 aprile 1300 si fosse davvero trovato sulla montagna del Purgatorio, nell’emisfero australe. Ha quindi stupito il pubblico in sala non solo la bellezza delle stelle, ma anche il trovarsi di fronte a costellazioni sconosciute agli occhi Europei in quanto appartenenti all’emisfero opposto.

Alla proiezione del cielo dantesco è stata accompagnata la lettura e l’analisi di alcuni versi tratti dal Purgatorio, punto in cui le stelle sono visibili più facilmente. I passi scelti da Lazzati non sono certo tra i più famosi, al contrario si tratta di brani che i professori e i lettori preferiscono saltare in quanto ostici, sia per la lingua complessa utilizzata da Dante, sia per la difficoltà data dai riferimenti al cielo, non così immediati per un lettore poco esperto di astronomia. Eppure, guidati dalla proiezione del cielo sulla cupola e dalle spiegazioni di Lazzati, è stato possibile apprezzare la bellezza di alcuni versi dal grande valore non solo letterario, ma anche astronomico.

D. F.