ASSOCIAZIONI VITTIME AMIANTO: NO AL FONDO CHE RIMBORSA FINCANTIERI

LECCO – Un ‘no’ forte e inequivocabile. È quello che si leva da ben 12 associazioni vittime amianto contro il rischio fondato che ingenti risorse pubbliche vengano destinate a chi è responsabile di troppe morti e gravi patologie, come Fincantieri. Per questo le 12 associazioni, da nord a sud, si sono date appuntamento a Monfalcone, sede degli stabilimenti Fincantieri, oggi lunedì 22 aprile alle 10 al Palazzetto Veneto.

Domani, martedì 23 aprile, le associazioni si trasferiranno a Trieste, davanti alla sede dell’assemblea degli azionisti Fincantieri. Obiettivo della mobilitazione è recuperare l’utilizzo degli 80 milioni di euro, stanziati dal governo Meloni solo a favore delle vittime di amianto e non a favore di chi ha provocato quelle morti, come appunto Fincantieri, un paradosso che le associazioni ritengono una beffa intollerabile. Nello specifico e nell’immediato le associazioni chiedono che i 20 milioni, di cui la Fincantieri sarà destinataria, viste le procedure amministrative ormai in fase di liquidazione, vengano utilizzati per la ricerca e per la cura del mesotelioma e per centri di cura specialistici, come occasione di riscatto parziale dei tanti morti provocati.

Di fatto, come a suo tempo denunciato, nei ristrettissimi tempi a disposizione, appena 17 giorni, e per i meccanismi previsti dalla circolare INAIL, fu presentata soltanto una domanda, quella di Fincantieri, che ha chiesto l’accesso ai 20 milioni per 158 lavoratori, che erano già in possesso di sentenze esecutive a loro favorevoli da parte dei tribunali e per accordi extragiudiziali sottoscritti appunto da Fincantieri.

Ecco il paradosso: Fincantieri intascherà 20 milioni di denaro pubblico per far fronte agli indennizzi a cui è stata condannata dai tribunali per omicidio colposo di centinaia di lavoratori deceduti o ammalati a causa dell’amianto! In sintesi: il governo Meloni, nello specifico i ministri Calderone e Giorgetti, nella primavera del 2023 e nella legge di bilancio per il 2024, aveva destinato prima 20 e poi altri 60 milioni ai lavoratori dei cantieri navali affetti o deceduti per patologie dovute all’amianto e anche alle società partecipate pubbliche di cui quei lavoratori erano dipendenti.

Le associazioni chiedono che vengano cambiate le disposizioni di legge predisposte dal governo Meloni e chiedono che i 60 milioni delle prossime tre annualità 2024, 2025 e 2026 vengano attribuiti all’unico Fondo per le Vittime dell’Amianto della legge 244 del 2007, che veramente realizza prestazioni universali solo a favore di tutte le vittime dell’amianto. Il governo dovrebbe sostenere le vittime del lavoro, le vittime dell’amianto e non le aziende colpevoli di aver provocato quelle morti, che sono tantissimi, se si considerano, oltre ai lavoratori diretti, i lavoratori degli appalti di Fincantieri e i familiari dei lavoratori dei cantieri navali, che temono tuttora di poter essere vittime del mesotelioma perché i loro padri, i loro mariti tornavano a casa con le tute piene di fibre di amianto.

Le associazioni che hanno confermato la loro adesione sono: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori LILT, sezione Isontina; Associazione Esposti Amianto AEA, sezione regione FVG; Associazione Esposti Amianto AEA, sezione di Monfalcone; European Asbestos Risks Association EARA, Trieste; Associazione Ubaldo Spanghero, Monfalcone; Associazione Italiana Esposti Amianto AIEA, Roma; Comitato Permanente Amianto Ambiente, Messina; Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana, Broni ( Pavia); Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro ANMIL, Gorizia; Gruppo Aiuto Mesotelioma, Lecco; Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro ANMIL, Ferrara; Radio ANMIL Network.