LECCO – Il quinto incontro pubblico proposto da Comunità Democratica Lecco ieri, martedì 28 ottobre, nella sede della Camera di Commercio di Lecco, sul tema ‘Generare il futuro – Imprenditività e giovani: l’Italia e il Lecchese attesi al giro di boa‘, ha suscitato un particolare interesse, sia in termini di partecipazione che di interventi da parte del pubblico.
Al centro della serata, moderata da Carlo Mascellani, Il rapporto 2024 sull’Italia generativa promosso dall’Università Cattolica e presentato dal ricercatore Gianluca Truscello. Questi ha evidenziato come l’impresa sia in sé un atto generativo oltre che un gesto di fiducia nel futuro e un fatto di rilevanza non solo economica ma sociale. Il modello italiano dell’intrapresa è caratterizzato da una grande varietà, da un forte radicamento territoriale e da alcune fragilità strutturali (le principali sono la bassa produttività, i bassi salari, la bassa natalità di impresa).
Contrariamente a quanto si pensa, l’incidenza delle piccole imprese in Italia (il 94,6% delle imprese ha meno di 10 addetti) non è molto diversa in termini percentuali dagli altri Paesi europei, però ha un fatturato decisamente più significativo, segno che quello delle medie/grandi imprese non tiene il passo del resto dell’Europa.
Disoccupazione alta, incidenza del fenomeno NEET, abbandoni scolastici: questi sono tutti elementi che certificano la complessità del rapporto fra giovani e impresa, caratterizzato anche da bassi salari, contratti precari e, soprattutto, dalla difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Al riguardo la mancanza delle competenze richieste dalle imprese e il conseguente “miss-matching” fra domanda e offerta continua a essere un elemento centrale. Una domanda, poi, nasce spontanea da questa analisi: 1 giovane su 2 è forse “costretto” a fare impresa in mancanza di altri sbocchi?
Truscello ha concluso fornendo tre possibili dimensioni ‘generative’ per l’impresa nel contesto attuale: 1) la tecnodiversità, ossia la capacità di innovare senza perdere la propria specificità; 2) l’impresa neghentropica, cioè la possibilità di produrre valore riducendo gli sprechi; 3) la cura dell’ecosistema, facendo crescere insieme impresa e territorio.
Fabio Dadati, membro della Giunta della Camera di Commercio Como-Lecco, ha evidenziato il buon rapporto con l’ecosistema delle imprese lecchesi e l’importanza della presenza a Lecco del Politecnico. Ha sottolineato l’importanza del tema dell’accesso al credito per l’avvio di una nuova impresa e come l’innovazione digitale rischia di far aumentare il divario fra piccole e grandi imprese. Infine, ha constatato la
continua diminuzione delle imprese artigiane.
Riccardo Addis, giovane imprenditore lecchese, ha portato a sua volta la propria esperienza evidenziando come vengano ben poco utilizzati i fondi disponibili nei bandi europei (è necessaria una maggiore informazione e un ruolo più attivo delle istituzioni!). Sul fronte del rapporto giovani/impresa, ritiene che rivestano sempre più un ruolo importante le competenze ‘ibride’ e che, rispetto al passato, ci si debba abituare ad una maggiore turnazione del personale, ‘inventandosi’ anche nuove strategie per ‘fidelizzarlo’, anche al di là dell’aspetto economico. Quest’ultimo aspetto è stato, insieme ad altri approfondimenti, al centro del dibattito, molto vivace, che ne è seguito.
“Il tema proposto ha evidentemente colto nel segno – commenta l’attuale coordinatore di Comunità democratica Lecco, Raffaele Straniero – Si è trattato di un dibattito di qualità, in linea con quanto si propone la nostra associazione: creare occasioni di confronto e di dibattito, favorire la formazione di un pensiero, superando gli schemi attuali degli slogan e delle semplificazioni”.
