“SOCIAL ZOO”: L’INFLUENCER POPOLARE, (QUASI) DIECI ANNI DOPO

LECCO – Torna, a quasi un decennio dalle sue gloriose uscite, il “Bestiario social” dell’amica Basil.
Che ci scrive: “Sono passati quasi 10 anni e nuove bestie popolano il web. Soprattutto, il recente proclama della presenza di “numerosi personaggi famosi”, dei quali non si era mai minimamente sentito parlare all’apertura di un locale sul Lario est, è stata una tentazione troppo forte per non compilare ancora una pagina”.

L’INFLUENCER POPOLARE (Insipiens Praesumtuosus).

SEGNI PARTICOLARI: da distinguersi rispetto agli influencer che hanno qualche reale competenza in alcuni ambiti, questi individui si distinguono per un binomio peculiare, ovvero la totale mancanza di competenza o abilità in qualsivoglia campo unita a una sfacciatissima tendenza ad auto attribuirsi un grado di padronanza dello scibile umano che trascende da ogni umana capacità. Possono millantare di aver seguito corsi (si, corsi) da chirurghi, avere un diploma (si, diploma) in ingegneria, essere esperti informatici, biologi, chef e sommelier sopraffini, quando nella realtà l’ammontare dei testi letti in tutta la loro vita ammonta si e no ad un paio di scontrini della spesa.

Sono spesso “Laureati all’università della strada”, attribuzione alla quale diversi individui che vantano lo stesso livello di (in)coscienza attribuiscono un quasi romantico sapore di ribellione contro i “poteri forti”. La strada è invece concretamente il posto dove questi individui hanno trascorso prevalentemente la loro gioventù, bighellonando sulle panchine anziché andare a scuola. Moltissima attenzione è da loro posta sull’aspetto fisico: le pose sono sempre da divo o diva consumati, il look spesso molto appariscente, con unghie lunghissime, trucco pesante e i filtri “stireria a vapore” , “luci su San Siro” e “SP63 Lecchese” sempre attivi. Talvolta si abbandonano a vistose modifiche estetiche che conferiscono loro un aspetto collocato nel range tra Alien e un natante di salvataggio.

Distribuzione: su tutti i social, specie quelli in cui si scrive poco, si parla a vanvera e si gioca tutto sull’immagine. Di loro e dei loro antenati parlarono in tempi non sospetti anche i signori Dunning e Kruger, con rilevante letteratura specialistica in merito.

Stile di vita e habitat. Lo stile di vita dell’Insipiens è guidato da un’unica e determinata meta: attirare l’attenzione. Sempre, in qualsiasi modo e con qualunque mezzo. Può essere con l’aspetto fisico sopra le righe, lo stile di vita fuori da qualsiasi schema di comprensione umana, con ostentazioni di ricchezze da beceri nababbi, affermazioni altisonanti e ad effetto, anche se prive di qualsiasi fondatezza od offensive. Tutto il significato della loro vita è misurato in “like” e “followers” di cui questa specie si nutre disperatamente e che sono per loro vitali, tanto che per un Insipiens perdere like e followers determina non la loro morte (perché mai sono stati ma solo apparsi) ma il loro dissolvimento come una nuvoletta di fumo.

Interazione con altre specie. Terreno fertile per la sua riproduzione sono il Tampinator Casualis (vedi puntate precedenti), il cui numero spropositato di contatti può aiutare l’Insipiens Magnus ad aumentare notevolmente la sua platea e il Biliosus monochromaticus, del quale può addirittura rappresentare uno stadio successivo di (dis)adattamento.I loro seguaci si annoverano numerosi tra le fila di chi ha una scarsa e insoddisfacente vita sociale nel mondo reale, molto tempo da sperperare e nessun interesse o passione che li strappi da questa triste versione del mondo. Questi seguaci, spesso frustrati da incapacità personale e poca considerazione nella vita reale, edulcorano le amarezze della loro angusta esistenza immedesimandosi nella vita (apparentemente) straordinaria e spumeggiante dei loro beniamini.

Salvaguardia della specie: dato l’aumento dei soggetti che hanno trasferito dalla realtà ai social la residenza principale della loro esistenza, ad ora la specie non è certamente soggetta a rischio estinzione. Andrebbero incontro a estinzione certa se invece si trovassero ad interagire solo con soggetti per i quali l’apparenza sia di poco conto, perché, come gli uomini grigi di Momo, svanirebbero nel nulla se qualcuno cercasse anche della sostanza dietro alla maschera.

Basil

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