ACQUA PUBBLICA, STRINA RESPINGE LE ACCUSE:
“GLI ACCORDI VANNO CERCATI”

assemblea acquaLECCO – Paolo Strina, sindaco di Osnago, ci fa avere una nota sottoscritta da dieci amministratori del meratese e del casatese sulla scelta di Idroservice come futuro gestore del servizio, votata nella Conferenza d’Ambito ATO lo scorso 14 maggio. Una risposta secca (e che susciterà polemiche) a chi ha criticato la scelta di questi e di altri primi cittadini nell’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato.

Sull’affidamento del Servizio Idrico in Provincia di Lecco
Martedì 14 maggio la Conferenza dei Comuni dell’ATO di Lecco ha espresso il proprio orientamento
per l’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato nella nostra Provincia. La scelta è
avvenuta dopo un lungo percorso che ha visto momenti di confronto tra i sindaci, il supporto di
esperti del settore, iniziative pubbliche, il confronto con portatori d’interessi (movimenti dei
consumatori, rappresentanti dei lavoratori delle aziende coinvolte, associazioni), espressioni da
parte dei Consigli Comunali. Il confronto è stato ampio, a volte anche aspro ma alla fine agli
amministratori tocca il compito di decidere: e così è stato fatto.
Ora gli orientamenti emersi con ampia maggioranza dal confronto verranno concretizzati in una
delibera dell’Azienda Speciale ATO che – una volta confermata dall’assemblea dei sindaci – verrà
sottoposta al Consiglio Provinciale cui spetta (secondo la normativa lombarda) la delibera di
affidamento del servizio.
L’indirizzo dei Comuni sulla scelta sul modello del servizio idrico integrato della Provincia di Lecco è
stato chiaro e inequivocabile: la gestione deve essere affidata in-house ad una società di primo
livello, cioè partecipata direttamente dai Comuni e non inserita in una holding.
Una volta scelto il modello si è trattato di indicare anche il percorso societario più indicato per
raggiungerlo ed è su questo che si sono delineate le due diverse opzioni “Idrolario” e “Idroservice”.
L’utilizzo dei nomi delle società per identificare le alternative è stata ovviamente una
semplificazione lessicale: a chiunque abbia partecipato alla conferenza è stato evidente che il voto
per l’opzione “Idroservice” non significava certo aver scelto di affidare ad essa il servizio toutcourt.
Infatti quello che si doveva decidere era su quale soggetto fare “perno” per realizzare le
operazioni societarie atte a realizzare il modello scelto, necessarie in entrambi casi. Infatti già a
dicembre l’assemblea dei sindaci aveva deliberato che l’affidamento sarebbe stato affidato ad una
realtà nata dall’unione delle maestranze, delle risorse e dei mezzi di Idrolario e Idroservice, con
compensazione di debiti e crediti tra le due società. Non essendo possibile per impedimenti
normativi creare una nuova azienda (newco) in cui far confluire le due, giocoforza andava fatta
una scelta sull’azienda a cui affidare il compito di aggregare le forze. L’opzione “newco” sostenuta
a suo tempo serviva proprio a questo: costituire una società con soci i Comuni con quote
proporzionali agli abitanti, che poi acquisisse la titolarità degli assets di Idroservice, facendo così
uscire il ramo idrico da Lario Reti Holding. Il risultato a cui mirava è esattamente lo stesso che si
otterrà quando LRH cederà ai Comuni della Provincia di Lecco le quote di Idroservice e questi le
acquisteranno in misura proporzionalmente agli abitanti.
La decisione è stata difficile ma estremamente consapevole.
A nostro avviso scegliere Idrolario come “perno” della riorganizzazione societaria era una opzione
troppo rischiosa per essere percorsa coscienziosamente. Una società con meno di 20 dipendenti,
che non gestisce operativamente il servizio e che versa in una situazione di grave tensione
finanziaria (non certo per causa sua ma perché era stata creata per fare altro, a causa di una
normativa nel frattempo cambiata) come avrebbe potuto e con quali garanzie per la continuità del
servizio gestire da subito e contemporaneamente: 1) la presa in carico della struttura di
Idroservice (più di 100 dipendenti) e la sua integrazione, 2) il confronto con gli istituti di credito
per presentare la nuova situazione e acquisire i finanziamenti a medio-lungo termine per chiudere
le passività a breve e coprire gli investimenti del piano d’ambito, 3) l’ingresso nel capitale dei
Comuni della Provincia non soci e la redistribuzione delle quote per raggiungere l’assetto
proporzionale agli abitanti, 4) la riorganizzazione societaria delle altre società del territorio incidenti
sul SII? In breve tempo sarebbe implosa sotto il peso della complessità e il servizio – quello
concretamente percepito dai cittadini – sarebbe stato a rischio.
Idroservice invece non avrà difficoltà ad integrare il ramo d’azienda di Idrolario e a gestire la
riorganizzazione di cui sopra, senza “sbalzi” per il servizio. Certamente Idroservice dovrà
rapidamente uscire dal gruppo LRH per diventare di proprietà diretta di tutti e soli i Comuni della
Provincia di Lecco. Per questo nel corso della discussione abbiamo posto come determinanti alcuni
“paletti” che dovranno essere inseriti nella delibera di indirizzo per l’affidamento a Idroservice: 1)
entro pochi mesi e comunque prima dell’affidamento in una apposita assemblea di LRH, i soci
dovranno deliberare l’indirizzo strategico al Consiglio di Amministrazione di riorganizzazione e
successiva retrocessione ai Comuni del settore idrico, cioè Idroservice – 2) la decadenza
automatica dell’affidamento se nel capitale di LRH o di Idroservice entrassero soci privati – 3) la
valutazione della decadenza dell’affidamento per decisione dei comuni se il percorso di uscita di
Idroservice da LRH non si perfezionasse entro due anni – 4) l’obbligo per Idroservice di non
distribuire eventuali utili ma di reinvestirli nel servizio – 5) la votazione delle decisioni in Idroservice
(sinchè sarà in LRH) per quote proporzionali agli abitanti anziché per quote societarie – 6) il
potenziamento del potere di controllo dei comuni soci sull’operato degli amministratori
Siamo convinti che queste precisazioni potranno offrire ai cittadini un quadro completo della
vicenda, in quanto le decisioni della Conferenza dei Comuni sono state prese nell’interesse dei
cittadini ad avere un servizio idrico che funzioni e che sia a gestione totalmente pubblica, nel pieno
rispetto della volontà referendaria. Questo è il vero dato “politico” emerso nelle oltre tre ore di
animato dibattito di martedì 14 maggio. Il secondo dato a nostro avviso sottovalutato è che il
dibattito ha portato i Comuni a suo tempo favorevoli all’affidamento a Idroservice (per semplicità: i
comuni dell’area lecchese) come società di secondo livello a convenire con l’orientamento espresso
dai comuni del meratese-casatese che questo non è possibile: Idroservice sarà trasformata in
società di primo livello direttamente controllata dai Comuni. In questo senso l’esito è pienamente
conforme alle delibere che alcuni consigli comunali avevano assunto.
Con buona pace di tutti i massimalisti – incapaci di valutare razionalmente una decisione di buon
senso solo perché diversa dalle loro opinioni e pronti a gridare allo scandalo – in questi mesi le
posizioni si sono avvicinate perché si è utilizzato caparbiamente lo strumento del confronto
costruttivo. L’incaponirsi di ognuno sulle proprie posizioni sta portando l’Italia alla paralisi, come si
è visto nel periodo post elettorale nelle vicende relative all’elezione del Capo dello Stato e alla
formazione del Governo. Noi invece pensiamo che accordi vadano ricercati nell’interesse del
servizio pubblico a favore dei cittadini: abbiamo lavorato e continueremo a lavorare con tutte le
fatiche del caso avendo in mente questo obiettivo.

Adele Gatti – sindaco di Airuno
Antonio Colombo – sindaco di Casatenovo
Guido besana – sindaco di Cremella
Giovanni Ghislandi – sindaco di Imbersago
Bruno Crippa – sindaco di Missaglia
Sandro Capra – sindaco di Montevecchia
Marco Canzi – assessore Finanze e Bilancio di Olgiate Molgora
Paolo Strina – sindaco di Osnago
Davide Maggioni – sindaco di Sirtori
Renato Ghezzi – sindaco di Viganò