CONSUMO DEL SUOLO, IN REGIONE
PERSI 600 ETTARI NEL 2017
MA LECCO FA ECCEZIONE POSITIVA

LECCO – I dati del nuovo rapporto ISPRA sul consumo del suolo bocciano la Lombardia: nell’ultimo anno persi oltre 600 ettari di suolo e le maggiori perdite si collocano nelle province di Milano e Pavia.

Buone notizie invece per la Provincia di Lecco: il consumo di suolo nel lecchese sta aumentando meno rispetto alle altre zone, con un consumo totale di 10.352 e un incremento percentuale dello 0.06% tra il 2016 e il 2017.

Sono Lombardia e Veneto le regioni italiane in cui si consuma più suolo in Italia, ed è nella
macroregione del Nord, includendo anche Piemonte ed Emilia Romagna, che si perde oltre la metà del territorio agricolo nazionale, per trasformarlo in nuove urbanizzazioni e infrastrutture. Questo è il campanello d’allarme che suona il nuovo rapporto di ISPRA che fotografa le trasformazioni del territorio avvenute tra il 2016 e il 2017.

Se a livello nazionale siamo ancora in presenza dell’onda lunga della crisi immobiliare, con ritmi di consumo di suolo 4 volte più bassi rispetto a quelli misurati in periodo pre-crisi, nel Nord del Paese i segnali sono meno confortanti, e fanno intravedere il rischio molto concreto che, di fronte a una ripresa della domanda abitativa, possa tornare ad esplodere la bolla del cemento facile dell’espansione di nuove periferie. In Lombardia in particolare nell’ultimo anno si sono persi oltre 600 ettari di campi agricoli: in pratica è come se fosse sorta dal nulla una cittadina delle dimensioni di Saronno.

Per crescita delle urbanizzazioni, la Lombardia in Italia è seconda solo al Veneto. La crescita dei suoli resi impermeabili del cemento si concentra soprattutto nei comuni di cintura della città metropolitana milanese e nella provincia di Pavia, mentre all’opposto il consumo di suolo è quasi fermo nella provincia di Lecco. Il dato complessivo calcolato secondo i criteri di ISPRA colloca la Lombardia al primo posto per estensione delle superfici impermeabilizzate, per un’estensione di oltre 310.000 ettari, pari al 13% del territorio regionale.

“In mancanza di strumenti e norme di chiaro indirizzo degli investimenti del settore delle
costruzioni, rischiamo di assistere ad una ripresa della bolla di espansione delle periferie, proprio a partire dalle regioni che più beneficiano della ripresa economica – dichiara Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – Questo è il momento per affrontare percorsi di riforma delle norme che, per quanto riguarda la nostra regione, devono accompagnare il rilancio dell’edilizia del riuso degli spazi delle città, nel nome della qualità urbana e dell’efficienza energetica”.