LECCO — In un periodo in cui gli spazi di comunità e ascolto diventano sempre più rari, un gruppo di diciottenni degli oratori di San Luigi di Lecco Centro e Lecco Alta ha sperimentato un progetto di convivenza davvero particolare: vivere per alcuni giorni all’interno dell’oratorio cittadino come in una casa condivisa. L’esperienza ha coinvolto ragazzi di quarta e quinta superiore che hanno deciso di trascorrere insieme un’intera settimana: quotidianità, pasti, studio, momenti di riflessione, preghiera, convivialità e tempo libero — tutto condiviso, in un contesto che favorisce il confronto e l’amicizia. Oltre alla semplice coabitazione, l’iniziativa ha previsto momenti di testimonianza da parte di volontari e persone impegnate nel sociale, per far riflettere i giovani sul valore del servizio, dell’impegno e della solidarietà.
Il tema scelto per questa edizione, “Ho scelto di servire…”, proponeva ai ragazzi di interrogarsi su alcune scelte di vita, sui valori, sull’importanza di un impegno responsabile verso gli altri e verso la comunità. L’intento era chiaro: offrire non solo un’esperienza di aggregazione, ma un percorso formativo e di crescita umana e spirituale, in cui condividere la vita quotidiana, responsabilità, doveri e relazioni.
–
In questi giorni i partecipanti hanno potuto confrontarsi con temi di attualità e impegno sociale — anche attraverso incontri con persone che vivono esperienze di volontariato — e riflettere sul significato di comunità, identità e partecipazione. Non si è trattato semplicemente di stare insieme: l’obiettivo è stato dare ai giovani gli strumenti per diventare protagonisti consapevoli, attivi e responsabili.
–
Per molti, l’esperienza si è trasformata in un’occasione per costruire relazioni autentiche, scoprire valori condivisi e riscoprire la bellezza del vivere e crescere insieme, in una comunità che cerca di mettere Cristo al centro. Un gesto concreto per accompagnare i giovani in una crescita collettiva, che unisce condivisione, fede, amicizia e servizio — e che dimostra quanto, anche oggi, l’oratorio possa essere un luogo di speranza, dialogo e rinascita sociale.
G. P.
Foto da social



