LE OPINIONI. PAOLO TREZZI SUL LASCITO CAZZANIGA: “LA CASA CHE NON TORNA”

Cara Lecconews ,
OTTOBRE 2012
Muore la signora Emilia Cazzaniga, 97 anni, tramite testamento lascia un patrimonio di oltre 5 milioni di euro – tra cui il palazzo di via A. Visconti 40/46 all’Ospedale.

Un gesto di fiducia, un atto di restituzione alla comunità. “Perché serva”, avrebbe potuto dire.

Nel 2017, dopo anni di burocrazia, perizie mancate e passaggi infiniti l’Ospedale diventa pieno proprietario dell’immobile: 12 unità residenziali e 11 commerciali. Le parole del DG di allora, Mauro Lovisari, erano chiare: “Può essere utile come bene strumentale per l’Azienda ospedaliera, per ospitare servizi oggi in spazi troppo troppo ristretti”.

Era una promessa di buon senso. Un modo per restituire il dono di una cittadina alla sua città.

Poi qualcosa si è spezzato

Nel 2019 con la Delibera n. 427 del 27/6, l’Ospedale avvia le procedure per la disdetta dei contratti d’affitto e la vendita all’asta dell’edificio
Non più un bene “strumentale”, ma un bene da monetizzare.

In pratica: fare cassa.

FEBBRAIO 2023

Il Comune firma la cessione in comodato d’uso gratuito per 30 anni dell’asilo Damiano Chiesa all’Ospedale, per farne la futura Casa di Comunità. Un progetto che, due anni dopo, è ancora senza forma, senza tempi, senza fondamenta. Forse con un futuro pure vuoto.

APRILE 2025
Una nuova Delibera, la n.397 del 30/4 firmata dal nuovo DG Marco Tivelli, incarica un notaio di corregge una “dimenticanza”: due terreni di pertinenza, circa 600 mq, valore 59.200€, non erano stati inclusi nella successione, serve anche per la vendita.
OTTOBRE 2025
Una casa che non torna e un paradosso che tiene aperte molte domande:
– Perché un Comune cede per trent’anni un suo edificio pubblico, con dentro un asilo operativo, privandosi di un ampliamento di servizi educativi, tanto da doverne poi costruire un altro a Bonacina che in più è un cantiere di vergogna lasciato abbandonato, mentre l’Ospedale vende ciò che donatogli già possiede in pieno centro?
– Perché con tutti i soldi e i progetti del Pnrr bisogna vendere un Palazzo che avrebbe molteplici usi, cosa già fatta anche con un altro appuntamento avuto in donazione in via C. Cattaneo per pagare la copertura insonorizzante (62310,32€) del PS e altre spese, mica medici e apparecchiature ma un Social media manager per farsi fare podcast e post sui social? (prot49424 del 06/10)
– Perché si piange per la mancanza di spazi per la crisi di alloggi per il personale sanitario da attrarre in Città se l’ospedale poi vende uno stabile intero che potrebbe avere perfetta tale funzione?
– Perché non si pensa a trasformarlo in un poliambulatorio pubblico, (c’è da un decennio l’es. di Valmadrera) in servizi sanitari diffusi e decentrati che oggi invece ingolfano l’ospedale e nondimeno il quartiere di Germanedo creando disagio per utenti, lavoratori e residenti, e in alloggi temporanei per le famiglie dei ricoverati, in luoghi di accoglienza o di autonomia per i più fragili?
-Perché i cittadini devono da anni andare per diversi servizi in sportelli aperti nei container poco dignitosi anche per chi ci lavora, nel cortile Asl all’ex Cazzaniga mentre un palazzo intero viene lasciato andare?
– Quando verrà effettivamente bandita l’asta? C’è tempo per un ripensamento?
E infine: 

Perché un lascito nato come gesto di fiducia diventa una cifra da incassare, un numero da inserire a bilancio e non un patrimonio civico condiviso?

C’è una linea sottile ma decisiva tra amministrare e disfarsi delle cose.
Tra custodire e svendere.
Tra la cura e la distrazione.

Comune e Ospedale sembrano percorrerla insieme in direzioni opposte al buon senso: uno cede spazi pubblici, l’altro vende donazioni private.

Risultato: meno servizi, meno futuro, più vuoti. Vuoti di case, idee, visione.

Un’altra occasione perduta per ricordarci che i beni pubblici non sono proprietà di chi li amministra, ma eredità di chi li affida al futuro
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Paolo Trezzi 
Lecco

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