L’ULTIMO CAPOLAVORO A CENTRODESTRA: PERDERE ANCHE HOFMANN

Sbaglieremo? Possibile, ma fino a ora ve le abbiamo anticipate tutte, come se fossimo una specie di sfera di cristallo dove osservate ciò che accadrà nella politica locale, e in particolare in quel che resta del centrodestra.

Sbaglieremo, ma l’arrivo del duetto Zamperini/Negri con una spruzzata dell’acqua di odio Mambretti dopo aver spianato la strada alla riconferma di Gattinoni si appresta ora a dare forma all’ultimo capolavoro: perdere anche il presidente della Provincia di Lecco. Alessandra Hofmann si è detta disponibile alla ricandidatura. Del resto è la figura più spendibile e con più chance di vittoria per il centrodestra, questo lo capisce anche la ciurma di cui sopra. Eppure si sa, non c’è limite al masochismo.

Ciriaco De Mita - WikipediaLa prima avvisaglia è il comunicato stampa con cui i fratellini d’Italia, con una formula bizantina che nemmeno De Mita avrebbe osato, annunciano il sostegno alla Hofmann ma con una serie di condizioni. Ovvero, siccome abbiamo tesserato un consigliere provinciale (Brigatti) anche se eletto con voti non nostri, vogliamo più deleghe, più spazio. Ovviamente non avevamo capito che l’uscita del presidente non era rivolta a loro, che il buon senso darebbe per sostenitori scontati dell’unica candidatura che può lasciare il centrodestra a capo dell’ente Provincia, ma piuttosto al campo avversario per capire le mosse del PD (che puntualmente ci è cascato, rivelandole a mezzo stampa per bocca di Tropescovino).

Non contenti i meloniani hanno pensato bene di dare alla Hofmann un messaggio di avvertimento plastico: i tre consiglieri provinciali di FdI hanno lasciato l’aula del consiglio durante una discussione sul bilancio. Come a dire: occhio bella, senza di noi non vai avanti. Atto di grande lungimiranza politica, che ancora una volta, dopo le divisioni sulle comunali lecchesi, dà una rappresentazione di un centrodestra dilaniato e senza una rotta. Da ultimo, il partito di Zamperini sta facendo girare altri nomi di possibili candidati presidenti in quota FdI, perché mettono tutto nello stesso cesto delle elezioni comunali: se il candidato sindaco di Lecco è della Lega, ragionano con guizzo di lince, il candidato presidente alla Provincia deve essere nostro. Non tenendo conto che sono elezioni di natura diversa (le prime a suffragio universale e le seconde tra soli amministratori eletti) e che la Hofmann ha una credibilità e penetrazione trasversale che può andare a recuperare qualche voto civico non schierato.

Se i fratellini continuano a scherzare con il fuoco, rubando soldatini agli alleati con promesse e prebende, se il PD gioca un po’ di astuzia recuperando sui Civici di osservanza valmadrerese anche in chiave delle comunali di primavera, e se si continua a mettere da parte la politica privilegiando obiettivi e rancori personali, il rissoso centrodestra si appresta nel giro di un anno a essere totalmente liquidato, senza più alcuna rilevanza a livello territoriale.

Forse ai capoccioni che già pensano a quale ruolo ricopriranno in parlamento o in Regione questo può non interessare, o persino far comodo. Ma dovrebbe in qualche modo suscitare un colpo di reni in tutti quelli che qualche aspirazione ce l’hanno – e magari non vogliono lasciare campo solo al centrosinistra, dai Comuni alla Provincia, passando per Fondazioni, Società ed Enti vari.

Su come sarebbe andata a finire a Lecco, già vi avevamo anticipato tutto, nome per nome, scenario per scenario, regalando un po’ di serenità a Gattinoni. E anche per il resto, siamo abbastanza certi di non sbagliare: non perché siamo maghi noi, ma perché sono ciuchi i protagonisti della storia.

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