NOZZE FITTIZIE ‘CINESI’, PRESCRITTI DUE LECCHESI CONDANNATI IN PRIMO GRADO

LECCO – Reato prescritto, la Corte d’Assise d’Appello di Milano proscioglie due lecchesi, accusati di matrimoni fittizi per favorire l’immigrazione clandestina. Erano finiti nei guai per l’inchiesta “Promessi Sposi“.

I due lecchesi – M. S., 45 anni, di Calolziocorte e M.M., 36 anni, di Bulciago, assistiti rispettivamente dall’avvocato Massimo Grandona e dall’avvocatessa Ilaria Guglielmana – sono stati salvati dalla prescrizione. In primo grado erano stati condannati a 7 e 4 anni, per presunta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, specializzata nel creare le condizioni per l’ingresso o la permanenza sul territorio italiano di cittadini extracomunitari di nazionalità cinese la fraudolenta creazione dei presupposti per l’ottenimento e il rinnovo del permesso di soggiorno.

I due facevano parte di un’associazione – 35 gli indagati dalla Polizia di Stato di Lecco, nell’inchiesta Promessi Sposi coordinata dalla Procura di Milano – che avrebbe creato fittizie assunzioni di collaboratori domestici o di locazione di immobili e matrimoni “di comodo”. Gli agenti della Questura di Lecco contestarono anche le “nozze’ celebrate nella Repubblica Cinese, dove venivano organizzati viaggi a persone “selezionate” che, in cambio di denaro, partivano dall’Italia single per tornarvi poi in coppia. La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha derubricato il capo di imputazione, ed essendo il reato prescritto, i due lecchesi sono stati prosciolti per estinzione del reato.

A. Pa.