BUONI PASTO, UNA SOLUZIONE
WIN-WIN PER DIPENDENTI
E AZIENDE FA TUTTI CONTENTI

Il welfare aziendale è uno dei punti strategici di ogni azienda moderna, poiché il dipendente ricopre un ruolo cruciale a livello lavorativo in un mercato sempre più competitivo. Tra gli strumenti più efficienti del welfare aziendale ci sono i buoni pasto, ticket cartacei o digitali, che possono essere utilizzati in cambio di pasti da consumare in ristoranti e pizzerie, per fare la spesa al supermercato o ancora per ordinare cibo e farselo spedire tramite i servizi di delivery food.

Uno dei principali vantaggi dei buoni pasto è quindi la flessibilità, dal momento che possono essere usati dai dipendenti secondo le loro preferenze. Del resto in Italia c’è una forte tradizione culinaria e quindi diventa fondamentale per un dipendente godersi un buon pasto durante la pausa pranzo, per ripartire più carichi e motivati sul lavoro.

Questo strumento generalmente è adottato dalle aziende prive di una mensa, che danno ai loro dipendenti la possibilità di pranzare come e dove vogliono. Però è in crescita anche il numero di aziende dotate di mensa che, per dare una valida alternativa ai loro collaboratori, stanno utilizzando i buoni pasto.

I dipendenti, grazie ai buoni pasto, possono ordinare il cibo che desiderano senza dover mettere mano al portafogli. In questo modo non viene intaccata la loro retribuzione e i soldi risparmiati vanno a finire direttamente nel budget familiare o personale.

Bisogna poi sottolineare i benefici di natura fiscale per tutti gli attori chiamati in causa. I ticket infatti sono esenti da tassazione se il valore non supera i 4 euro per i buoni cartacei e gli 8 euro per quelli elettronici.

Ma i vantaggi sono evidenti anche per le aziende, dal momento che tale strumento è interamente deducibile e quindi consente di risparmiare sui costi di gestione del personale. L’unico onere da sostenere riguarda l’IVA, che è comunque agevolata al 4% e che può essere totalmente detraibile.

Si potrebbe pensare che i buoni pasto siano servizi riservati esclusivamente ai collaboratori dipendenti, ma in realtà possono essere fruiti anche da liberi professionisti, freelance, agenti di commercio e amministratori di società.

Il discorso è piuttosto ampio e si può approfondire leggendo l’articolo che spiega un buono pasto quando spetta, come sfruttarlo e come utilizzarlo in regime di smart working. Ciò che è importante sapere è che i buoni pasto possono essere utilizzati da tutte quelle categorie che rientrano nella partita IVA, con una percentuale del 76% e con un importo massimo che non deve superare il 2% del fatturato complessivo annuo.

In termini di IVA non cambia nulla e si adottano le stesse regole valide per le aziende. Bisogna però fare un discorso diverso per le partite IVA a regime forfettario che, potendo già godere di diverse agevolazioni, possono utilizzare i buoni pasto ma non possono dedurli. Da sottolineare che i buoni pasto, oltre alla loro flessibilità e convenienza da vari punti di vista, sono estremamente facili da usare nella forma cartacea e anche in quella digitale.