CINEFORUM IN PIAZZA/
IERI IL PRIMO FILM, ‘IO SONO LI’

LECCO – Martedì sera è iniziato il ciclo di Cineforum in piazza XX Settembre, organizzato per i 20 anni di Les Cultures. L’associazione infatti ha organizzato quattro serate dedicate a lungometraggi e documentari, legati alle tematiche di Les Cultures e al tema ‘confini/frontiere’. Gli eventi infatti hanno il titolo ‘Immagini dalla frontiera’, per valorizzare l’importanza dello scambio tra le culture, in cui ognuna può prendere il meglio dall’altra. Maria Grazia Zanetti ha presentato il film di questa prima serata, Io sono Li di Andrea Segre.

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Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria. Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. È un viaggio nel cuore profondo di una laguna, che sa essere madre e culla di identità mai immobili. Ma l’amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente ancora troppa paura.

GLI ALTRI FILM IN PROGRAMMA:
La vita che non CIEMartedì 25 giugno
La vita che non CIE
di Alexandra D’Onofrio, 2012, 55’
(alla presenza di Gabriele Del Grande)
Un bambino di cinque anni che si ostina a chiedere alla mamma dov’è finito papà e perché non torna più a casa.
Le mani di un ragazzo innamorato che tremano scosse dalla rabbia in una gabbia, un attimo prima della rivolta. E il limbo di un uomo che da ex prigioniero si prende cura degli amici ancora dietro le sbarre, contando i giorni che mancano alla loro uscita.

Sono le storie di Kabbour, Nizar e Abderrahim. Tre nomi per raccontare le vite che stanno dietro alle statistiche della macchina delle espulsioni. Così la regista Alexandra D’Onofrio prova a ribaltare l’estetica della frontiera. Affinché i numeri del Viminale tornino a essere uomini e donne in carne e ossa. Con una storia che va oltre il Cie, che ha un prima e un dopo, un dentro e un fuori la gabbia. E con un dato universale, che sia l’amore, la paternità o la solitudine, in cui tutti noi ci possiamo identificare per avere la certezza che oggi viaggiare non è e non può essere un reato.

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18 Ius SoliMartedì 02 luglio
18 ius soli
di Fred Kowornu, 2011, 52’
(alla presenza del regista)
18 storie di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia ma con origini asiatiche, sudamericane, africane e residenti in aeree geografiche diverse dell’Italia. Sono ragazzi nati in Italia, figli di immigrati: studiano nel nostro Paese, parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, molto probabilmente non sono nemmeno mai stati nel paese d’origine dei loro genitori né spesso ne parlano la lingua.

Eppure non sono riconosciuti cittadini italiani come tutti gli altri. Per ottenere la Cittadinanza italiana devono infatti sottoporsi al compimento del 18° anno di età ad un iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina con esiti positivi per il richiedente, con conseguenti e inevitabili gravi problemi di inserimento sociale e d’ identità.

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Ali' ha gli occhi azzurriMartedì 09 luglio
Alì ha gli occhi azzurri
di Claudio Giovannesi, 2012, 94’
Ostia, il lungomare di Roma, inverno. Due ragazzi di sedici anni, alle otto del mattino, rubano un motorino, fanno una rapina, e alle nove entrano tranquillamente a scuola. Nader e Stefano: uno è egiziano ma è nato a Roma, l’altro è italiano ed è il suo migliore amico. Anche Brigitte, la fidanzata di Nader, è italiana, ma proprio per questo i genitori del ragazzo sono contrari al loro amore. Nader allora scappa di casa. Alì ha gli occhi azzurri racconta una settimana della vita di un adolescente che prova a disubbidire ai valori della propria famiglia.
In bilico tra l’essere arabo o italiano, coraggioso e innamorato, come il protagonista di una fiaba contemporanea, Nader dovrà sopportare il freddo, la solitudine, la strada, la fame e la paura, la fuga dai nemici e la perdita dell’amicizia, per tentare di conoscere la propria identità.