Dopo quasi sei anni passati su “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…”, a conclusione del mio percorso professionale e umano lecchese desidero lasciare al personale e a tutti i lecchesi un saluto e un grande ringraziamento per quanto mi hanno permesso di realizzare in questa splendida azienda e in questo bellissimo territorio.
È un territorio che già amavo e che porterò nel mio cuore. Sono stati anni molto difficili perché funestati dal covid, piaga che nessuno credo potesse pensare di dover affrontare, che ha lasciato segni indelebili nelle nostre carni e nelle nostre anime, ma che grazie alla forza, alla tenacia ed alla capacità di resilienza, abbiamo sconfitto.
Ci ha rubato più di due anni di programmazione, di progettazione e di crescita, impegnandoci in una lotta impari e costringendoci tutti i giorni a trasformarci, modificarci per combattere un mostro almeno inizialmente ignoto e cattivo. Tutti insieme abbiamo vinto grazie alla grande campagna vaccinale, all’adesione della popolazione, alle nuove terapie e abbiamo confinato la malabestia anche se quel tempo che ci ha rubato non lo recupereremo.
Ma almeno una cosa ci ha donato, specie nel nostro territorio: la scoperta di una capacità reattiva e resiliente del sistema sanitario regionale e la volontà di risposta di tutta una comunità stretta intorno agli operatori sanitari ed ai malati, con una capacità di ascolto, di dedizione e di dono per gli altri che forse credevamo persa o assopita.
Il covid ci ha colpito, ha dimezzato il nostro tempo ma non è riuscito a impedirci di realizzare per la nostra azienda tanti progetti e tante iniziative a favore della popolazione. Partendo proprio dalla coda, sono orgoglioso della fine dei lavori della nuova ala del Pronto Soccorso del Manzoni che a causa di una certa burocrazia romana ci è costato lacrime e sangue, ma che siamo riusciti a consegnare ai cittadini lecchesi ultimato prima della fine del mandato.
Sono fiero anche del grande successo, ottenuto in sintonia con la politica, della conquista del finanziamento per la realizzazione di una sala ibrida che rilancia il Manzoni ai massimi livelli tecnologici e assistenziali in questa partita alla quale abbiamo lavorato intensamente, con grande impegno e dedizione.
Chi verrà avrà la possibilità di usufruire di un importantissimo finanziamento per realizzare un’opera fondamentale per un grande ospedale come il Manzoni. In questo mandato siamo, anche se con molte difficoltà, riusciti a mantenere le milestone delle case di comunità e ospedali di comunità che dovranno essere la base strutturale della nuova sanità territoriale che si realizzerà completamente nei prossimi anni, come da disegno regionale.
E in questo percorso della medicina del territorio dovranno proseguire e crescere i rapporti con i sindaci che con il loro ruolo e le loro competenze hanno dato, e continueranno a dare, un contributo fondamentale su questa tematica. Altra realizzazione fondamentale, con l’aiuto del terzo settore, è stato l’Hospice “Resegone” intraospedaliero che mi onoro di avere perseguito e realizzato.
Ci siamo anche impegnati per il rinnovamento tecnologico delle attrezzature, con investimenti dettagliati nel capitolo di riferimento del bilancio di mandato per oltre 22 milioni di euro. E qui una parola di grande ringraziamento a tutta la comunità lecchese che specie nel periodo covid ci ha permesso un rinnovamento e un potenziamento della attrezzatura anestesiologica, respiratoria e non solo, ma che ancora oggi procede con continue donazioni concretizzatesi anche in questi giorni di fine mandato e altre cospicue che sarà possibile registrare ed omologare all’inizio del nuovo anno.
La lotta per il reclutamento e l’incremento del personale è stata una delle più defatiganti del mandato, che ha visto l’impegno fortissimo della Direzione e degli Uffici come dimostrano tutti i concorsi, le convenzioni e i contratti elencati nel bilancio di mandato. C’è stato altresì un importante ricambio a livello primariale e sono lieto che in questi anni siano giunte a Lecco e a Merate figure primariali di altissimo livello che contribuiscono a elevare la capacità di cura e di ricerca di questa azienda.
Mi piace ricordare anche i buoni risultati sulla presa in carico e sulla medicina territoriale ottenuti grazie alla costante collaborazione con i medici di medicina generale e delle loro Cooperative. Sempre in questo campo siamo stati avanguardia nelle cure palliative nella medicina territoriale della complessità e nell’ADI tanto che Regione ha esportato il modello Lecco anche nelle altre provincie. Pur nella crisi che colpisce gli Ospedali Spoke, medio-piccoli, siamo stati impegnati nel riqualificare Merate innanzitutto con l’inclusione di INRCA (se ne parlava da più di 10 anni e noi l’abbiamo chiusa in sei mesi) e abbiamo cercato di dare a questo ospedale un ruolo, modificato rispetto al passato, che lo renda di interesse regionale e non solo di campanile, così come abbiamo descritto nel Dipartimento Interaziendale e Interregionale disegnato e realizzato con l’ultimo POAS.
Abbiamo anche affrontato dialettiche sindacali, a volte effervescenti ma sfociate in molti accordi positivi per i lavoratori e per l’azienda anche con sentenze chiare e definitive a conferma di alcune scelte aziendali (ex art. 28 Legge 300/70 – vestizione/svestizione). Per quanto realizzato, abbiamo avuto bisogno dell’apporto costruttivo di tutti, in primis dei membri della Direzione Strategica Maria Grazia, Vito ed Enrico, di tutto il personale dell’azienda in qualsiasi forma reclutato e in qualsiasi ruolo impegnato, il terzo settore e tutti i cittadini.
Ecco perché salutando “Questi monti sorgenti dall’acque ed elevati al cielo cime ineguali note a chi è cresciuto tra voi…” dico a tutti solo GRAZIE.
Paolo Favini
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