CALOLZIO/L’ADDIO AL PROF LIBERATORE, COLONNA DELLA MEDIA “MANZONI”

CALOLZIOCORTE – Nel pomeriggio di sabato 9, nella chiesa di Sala, si sono tenute le esequie del professor Luigi Liberatore.

69 anni, originario di Frosolone in provincia di Isernia, Liberatore si era trasferito in gioventù nel lecchese per esercitare la professione d’insegnante, prima a Torre de’ Busi e successivamente alla scuola media “Manzoni” di Calolziocorte, dove ha trascorso quasi 30 anni in cattedra, formando generazioni di studenti alla lingua e letteratura italiana, la sua grande passione.

Durante la cerimonia non sono mancate le testimonianze dei colleghi, che hanno ricordato soprattutto la disponibilità e il garbo che lo contraddistinguevano; un ricordo speciale è stato espresso dal professor Massimo Tavola, suo collega per tre decenni: “Al suo funerale era presente una rappresentanza di colleghi di oggi e di ieri della scuola media Manzoni di Calolzio, dove il professor Luigi Liberatore ha insegnato per quasi 30 anni, molte colleghe della moglie, che è stata per tanti anni maestra della scuola dell’infanzia di Sala e anche alcuni ex alunni con le famiglie, ad esprimere il riconoscimento per i tanti anni di insegnamento a generazioni di studenti”.

Tavola ha continuato ricordando la figura del professore: “La personalità del professor Luigi si contraddistingueva per il fatto che era una persona abbastanza schiva, galante, molto cortese e pacata, caratterizzata da un grande garbo e quindi molto paziente anche nelle relazioni professionali con i docenti. Questa era anche una sua caratteristica distintiva con i ragazzi: difficilmente perdeva la pazienza con loro, era molto paziente e comprensivo, attento alla loro personalità, soprattutto con i ragazzi più problematici. Luigi era un grande professionista come letterato, oltre che come educatore, ed è per questo che ho voluto dedicargli, al termine della messa, il Canto alla Vergine del 33º canto del Paradiso di Dante Alighieri, proprio per fare onore anche alla sua bravura come professore di lettere e di lingua italiana. Mi è sembrato il modo migliore per esprimere la riconoscenza a nome della scuola e dei colleghi e mostrare affetto e vicinanza alla famiglia”.

Michele Carenini