CO.RE.COM, SPONDA IN 11MILA CONTROVERSIE TELEFONICHE ANNUE. IL ‘TOUR’

Co.re.Com. sponda in 11mila controversie telefoniche. Il tour

LECCO – Poiché siamo a Lecco potremmo chiederci “Co.Re.Com, chi è costui?”. Lungi dalle nebbie di don Abbondio, la risposta è presto detta: un ente utile ad almeno undicimila tra persone e aziende in Lombardia che ogni anno mediamente richiedono aiuto nelle controversie contrattuali con gestori telefonici o operatori radiotelevisivi. Addebiti non dovuti e contratti che non si chiudono mai sono gli interventi più gettonati. In generale, Co.Re.Com viene scelto quale via semplice, priva di intermediari, diretta e gratuita, le cui decisioni hanno valore di sentenza. Se questa è la competenza più nota, l’ente spazia in realtà nell’ampio spettro della comunicazione, occupandosi anche di educazione digitale per i minori, par condicio durante le campagne elettorali, il registro obbligatorio degli operatori della comunicazione (R.O.C.), infine dà pareri non vincolanti alla Regione.

Per far conoscere meglio le proprie attività ha scelto la via del contatto diretto, attraverso un tour nelle dodici province lombarde. Per la prima tappa è stata scelta Lecco, dove è arrivato il direttivo al gran completo: il presidente Cesare Gariboldi, i due vice presidenti Marianna Sala (past president) e Maurizio Gussoni, anche i due componenti Veronica Cella e Marco Dragone. Espressione della Regione, il Co.Re.Com. (Comitato Regionale per le Comunicazioni) è collegato all’AGCOM, il Garante nazionale delle comunicazioni, pur mantenendo da esso alcuni gradi di autonomia.

Il ritorno alla responsabilità, antidoto sociale contro l’odio

L’incontro si è svolto in sala Ticozzi a Lecco, ospite dell’ente Provincia. Nel saluto di apertura e poi in quello di chiusura, come padrona di casa, la presidente Alessandra Hofmann (centro-destra) ha ricordato come il giro abbia preso avvio in un luogo dove le testate on line sono tantissime e dettagliate nel territorio. Inoltre ha richiamato un concetto riecheggiante nei vari interventi della mattinata, la “responsabilità” intesa come  valore da coltivare attraverso il pensiero critico.

Da sinistra Cesare Gariboldi, Alessandra Hofmann, Mauro Piazza

Anche il sottosegretario Mauro Piazza (Lega) presente all’evento ha focalizzato il concetto: “L’educazione mediatica nel nostro territorio ha incontrato la sinergia dell’Ufficio Scolastico”, ciò ha permesso di attivare dei corsi nelle scuole lecchesi. “Saper usare uno strumento potentissimo come il web – ha detto – significa avere avere responsabilità, soprattutto quella insita nelle parole che a volte hanno un peso superiore ai fatti stessi”.

Web senza paura, nelle scuole

Di educazione digitale si occupa solitamente la vice presidente Marianna Sala: “Sono contenta che si sia partiti da Lecco, un territorio molto sensibile, come ha dimostrato la partecipazione alle nostre iniziative di tanti genitori, alcuni dei quali non ancora pienamente consapevoli del disagio che può nascere online” ha raccontato Sala.

“Il Co.re.com è entrato in molte scuole per affrontare temi come il cyberbullismo, il gioco d’azzardo che può celarsi anche nei videogiochi quando prevedono acquisti specifici per poter avanzare nei game.
Con i ragazzi è stato usato il dialogo, strumento utile per l’ascolto che aiuta a intercettare le preoccupazioni dei più giovani”. L’educazione digitale ha raggiunto negli anni 15mila minori. Ora a chi partecipa viene consegnato un patentino che “rappresenta la vera sfida verso il buon uso del cellulare, magari attraverso l’utilizzo di un linguaggio gentile, lontano dalle modalità degli haters”, ha osservato la vicepresidente.

Rimane purtroppo sul tappeto un grosso scoglio, quello normativo: “L’Europa vuole che le legislazioni dei diversi membri dell’Unione siano armonizzate, cosa non facile se manca una legge cogente uguale in tutta l’Unione”, ha spiegato Sala. La recente pubblicazione delle linee guide per tutela online dei minori appare utile, ma non sufficiente.

Davanti a una platea in cui sedevano varie istituzioni e i vertici delle forze dell’ordine citiamo Massimo Ghibaudo  Guardia di Finanza, Nicola Melidonis Carabinieri, Vigili del fuoco e il nuovo Prefetto Paolo Ponta che nel proprio saluto ha ricordato che responsabilità fa il paio con rispetto, aggiungendo che di fronte a un fenomeno così pervasivo il cittadino deve essere tutelato.

Mentre il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD) ha elogiato l’iniziativa, indicando come fatto molto positivo l’incontro tra istituzioni pubbliche e territorio.

La Rai a portata delle associazioni

Presentando l’ampio ventaglio delle competenze del Co.Re.Com, il presidente Gariboldi ha elencato i diversi milioni di euro recuperati dai consumatori nelle controversie gestite dal Comitato, ha parlato dell’impegno nelle scuole e ricordato come l’ente sia la porta di accesso alla Rai per le associazioni lombarde, che possono partecipare a una trasmissione in onda al mattino dalle 7 alle 8, due volte alla settimana.

Conciliaweb, la piattaforma che mette il turbo alla soluzione della controversia

In modo tecnico la componente Veronica Cella, avvocato, è scesa nel dettaglio normativo, spiegando perché il Co.Re.Com. sia così efficiente nelle dispute sui contratti telefonici e radiotelevisivi.
In caso di contenziosi, la legge prevede l’obbligo di esperire una procedura di conciliazione preventiva. Si tratta di un servizio gratuito, che non richiede la rappresentanza legale. Il Comitato è un organo terzo e imparziale.

“Dal 2018 opera la piattaforma Conciliaweb, che gestisce in Lombardia circa 11.000 casi l’anno, con una maggioranza di controversie risolte tramite accordo tra le parti. A livello nazionale la regione detiene il primato per le tempistiche”.

Le controversie di valore inferiore a 500 euro vengono gestite in modo rapido da un funzionario Co.Re.Com, mentre per importi superiori la procedura coinvolge gli organi più alti del Comitato. Questa modalità rientra nell’ambito degli organismi ADR (Alternative Dispute Resolution), strumenti pensati per facilitare la risoluzione delle controversie senza ricorrere al giudizio ordinario.

Sulla par condicio, la Lombardia non segue l’AGCOM

Nel contesto della normativa italiana sulla par condicio, che garantisce equità e imparzialità durante i periodi elettorali, la Pubblica Amministrazione è tenuta a rispettare regole stringenti in materia di comunicazione istituzionale e propaganda politica. Particolarmente delicata è la posizione dei rappresentanti eletti che durante il mandato decidono di ricandidarsi.

Secondo quanto stabilito dalla legge e dalle interpretazioni ufficiali, il singolo candidato, anche se in carica elettiva, non può utilizzare strumenti o risorse pubbliche per fare pubblicità personale durante il periodo elettorale. La comunicazione deve limitarsi esclusivamente a promuovere l’attività dell’ente pubblico di cui fa parte, in modo impersonale e indispensabile per lo svolgimento delle funzioni pubbliche. In Lombardia, tuttavia, si è scelta una via interpretativa divergente rispetto a quanto adottato da altre regioni e sostenuto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha spiegato il vice presidente Maurizio Gussoni.
In assenza di una norma legislativa chiara che definisca la delega specifica: “Qui decidiamo noi”.
Ciò significa che pur permanendo in generale il divieto alla pubblicizzazione personale del candidato, tale restrizione esclude chi riveste ruoli pubblici istituzionalmente riconosciuti, quali sindaci o presidenti di enti, che possono continuare a comunicare in ragione delle loro funzioni ufficiali, senza che ciò venga considerato propaganda elettorale personale.

Televisione e controllo

“Al contrario di quanto si possa pensare, la situazione della televisione è precaria ma non disastrosa” esordisce il componente che segue e controlla il mondo televisivo Marco Dragone. Nelle tv locali spiega sono soprattutto i programmi che commentano il calcio a contribuire alla sostenibilità economica dell’emittenza provinciale. Anche se molto controllata da norme di garanzia, la televisione ha bisogno di controllo assiduo, spiega il componente del Comitato, perché comunque può rischiare di  essere portatrice di messaggi mal interpretati dalle categorie più fragili come gli anziani. Ciò riguarda soprattutto maghi, televendite e gioco d’azzardo.
Poi Dragone si è lanciato sull’importanza dell’informazione locale che nutre il senso di comunità e alimenta il pluralismo. Per essere più chiaro ha prodotto un esempio paradossale, ma molto chiaro: “Immaginate che domani l’amministrazione comunale decidesse di invertire i sensi unici urbani. Una notizia così vicina ai cittadini sicuramente verrebbe subito cliccata, diventando la più cliccata dell’anno”.
Il “click” però è un termine che riguarda internet, non la tv…


Nota dell’editrice di Lecco News e redattrice di questo articolo

L’informazione in Rete potremmo definirla la ‘televisione’ dei nostri tempi: accurata, calda e calata nel territorio, in dialogo diretto e costante con i propri lettori a cui è vicina. Pure viceversa, con i tanti lettori vicini alle nostre testate. Mentre l’editoria informativa tradizionale piange l’emorragia di attenzione, i nostri server raccontano di visite e letture in crescita, nella misura delle decine di migliaia al giorno, che si traducono in milioni a fine mese.
Essere così clamorosamente confusi con la tv, non ci stupisce perché senza volerlo questo lapsus esplicita una verità che è davanti agli occhi di tutti, o forse dovremmo dire in tasca a tutti, visto che il mezzo di maggiore nostra diffusione è lo smartphone.

Nadia Alessi