LA LETTERA/FUSI: “PER IL BIONE
SERVE IL PARTENARIATO
TRA PUBBLICO E PRIVATO”

paolo fusiLECCO –  Negli ultimi giorni ho letto sui giornali locali un certo numero di articoli che portavano l’attenzione al centro sportivo del Bione che, elezione dopo elezione, in ogni campagna elettorale, ha sempre rappresentato una delle maggiori leve d’azione di ogni forza politica.

Appare a tutti innegabile che il Bione necessiti di un massiccio intervento, ma identificare questo come una delle principali mancanze dell’amministrazione uscente non lo trovo francamente molto corretto e intellettualmente onesto. C’è qualche candidato che nei giorni scorsi, cavalcando l’onda di una certa esperienza in ambito sportivo, ha mosso pesanti critiche al sindaco Virginio Brivio reo, a suo modo di vedere, di essere stato nel corso di questi anni immobile verso questa struttura tanto cara agli sportivi lecchesi. Penso che le foto di una recinzione divelta o di uno spogliatoio bagnato poco servano per rappresentare in realtà quel che, oltre ad alcune mancanze, siano le reali potenzialità del centro.

Chi frequenta da anni il Bione è perfettamente a conoscenza della situazione in cui versa ma, se andasse indietro con la memoria, non potrà comunque avere del Bione il ricordo di un centro sportivo dal passato florido e scevro da qualsiasi problematica. Le mie esperienze personali mi permettono di ricordare docce fredde in inverno, bollenti l’estate, pause torride all’interno degli spogliatoi-container e così via. E la memoria, andando a ritroso, può allo stesso modo ricordare che a Lecco, di amministrazioni comunali, se ne sono susseguite diverse, e quella di Virginio Brivio è solo l’ultima in ordine cronologico, ma non sicuramente l’unica ad essersi dovuta confrontare con la “questione Bione”.

Ora, al di là delle belle promesse e dei grandi proclami, quel che maggiormente dovrebbe premere ai futuri amministratori dovrebbe essere, non tanto il solo spot elettorale bensì, visto il periodo di ristrettezze economiche, il dire chiaramente quali risorse verranno utilizzate per migliorare il Bione.

Occorre stabilire le priorità d’intervento per garantire la messa in sicurezza dell’impianto in modo da tutelare i tanti sportivi (bambini, ragazzi e adulti) che ogni giorno lo frequentano. Il centro deve diventare un luogo di aggregazione, dove praticare sport in ogni sua forma, dall’atletica al calcio, dal rugby al basket, e per fare ciò è necessario diventi più confortevole e attrezzato. Nello studio e sviluppo di questo intervento devono essere coinvolte anche le associazioni sportive della città, veri e propri motori di aggregazione sociale, oltre che promotrici della cultura dello star insieme per concorrere al bene comune. Un loro contributo nella fase di definizione delle priorità e di successivo monitoraggio e sviluppo del progetto deve essere essenziale in modo che queste possano diventare un tramite privilegiato tra l’amministrazione comunale e i cittadini.

La principale via d’uscita, visti i ben noti vincoli del Patto di Stabilità, è uno sviluppo del Partenariato Pubblico Privato che ad oggi, sia nella nostra città che nel resto del Paese, non è ancora decollato. Attraverso un bando regionale già avviato dall’amministrazione uscente guidata da Virginio Brivio, Regione Lombardia ha inserito il rinnovamento del Bione in un progetto pilota secondo la formula del partenariato. In Svizzera, dove questo trend è ormai avviato da anni, i risultati ottenuti sono più che positivi e i cittadini beneficiano di servizi più efficienti (es. parcheggi, poli sportivi, sale cinema). La crisi economica e le manovre attuate per il contenimento della spesa pubblica devono sempre più portare l’amministrazione comunale a coinvolgere investitori privati nel finanziamento e nella gestione di beni d’interesse collettivo. Il vantaggio è che il comune non “perde” in termini di proprietà il bene, ma mantiene il proprio potere decisionale così da variare le modalità di azione e intervento al variare dei bisogni dei cittadini. Francamente, visti i risultati positivi ottenuti in Paesi non così distanti dal nostro, trovo questa formula una vera a propria sfida che la Città deve essere in grado di affrontare nei prossimi anni perché, oltre al Bione, la si potrà estendere anche in campi quali la cultura e il turismo (es. Villa Manzoni, Ostello della Gioventù). La via è segnata, bisogna ora solo proseguire in questo senso.

Paolo Fusi