LEUCI, I DIPENDENTI NON MOLLANO: “SI CHIARISCA DEFINITIVAMENTE COSA VUOLE FARE PISATI”

20131125_110752LECCO – I dipendenti della Leuci non mollano. Nonostante la proprietà dell’azienda, rappresentata da Giuliano Pisati, voglia chiudere lo stabilimento a dicembre, i 90 lavoratori stanno cercando di salvare la situazione. “Questa mattina abbiamo tenuto un incontro con il prefetto Antonia Bellomo – spiega Lorenza Panzeri, Cgil -, mentre mercoledì dovremo vedere il sindaco. I dipendenti ovviamente sono molto preoccupati, ma vogliono giocarsela fino alla fine. Proseguiremo con altre iniziative per tutelare il posto”.

“La posta in gioco va ben oltre il salvataggio di un’azienda – dichiara Germano Bosisio, Rsu -, è importante per tutto il territorio. E abbiamo l’obbligo di smontare le dichiarazioni di Pisati. Per questo abbiamo scritto una lettera aperta”. Una delle ultime speranze rimane quindi l’incontro con il sindaco Virginio Brivio. “Chiederemo che l’area Leuci venga inserita nel Pgt come non edificabile se le cose dovessero andare male per noi” chiarisce Maurizio Esposito, Rsu.

Tra le iniziative future potrebbe esserci una raccolta firme per salvare l’area e la creazione di una società di lavoratori.

Ecco la lettera aperta dei dipendenti a Pisati:

Caro Pisati, siamo al dunque!

dopo anni di un percorso sinergico spinto incessantemente dai lavoratori e sostenuto dall’intero Territorio a partire dal sindacato lecchese e dalle sue Istituzioni, tu ci stai dicendo, attraverso i vari media locali perché non ti sei mai degnato di partecipare ad incontri ufficiali, che “la chiusura è inevitabile” e che le uniche parole da pronunciare sono stop, fine, the end.

Ti dipingi come amareggiato e dispiaciuto, quasi avessi subito “a collo torto” questa “ineluttabile” scelta perché “incolmabile” era la distanza nella trattativa tra domanda ed offerta (sostieni che l’offerta sulla palazzina era meno della metà della vostra richiesta) e che l’unica e vera proposta d’affitto su un’altra quota d’area non era svincolabile dall’intero contesto e che quindi è altrettanto naufragata.

Dici di aver tentato con la massima volontà tutte le strade possibili e che hai rinunciato ad un’interessante opportunità di valorizzazione di una parte dell’area da parte dello stesso Comune di Lecco. Affermi : “ Ho cercato fino alla fine di evitare questa chiusura anche a discapito delle altre aziende del Gruppo …. ho altri 200 dipendenti da tutelare…” e fai scrivere sui giornali di non aver mai ricevuto alcun piano concreto o documento scritto con la reale proposta di acquisto o d’affitto da parte di un imprenditore…

Caro Pisati, visto che tu dici di apprezzare la schiettezza ed il parlare diretto ( non come i politici o gli amministratori pubblici, come spesso hai affermato ), sei un abile venditore di fumo ! Sai rivoltare senza ritegno la frittata perché :

Tu sai benissimo, come lo sappiamo noi perché c’è stato riferito, che la distanza tra domanda ed offerta non era affatto incolmabile, anzi : si era arrivati sull’acquisto della palazzina ad un differenza contenuta del 20/25 %, tenendo peraltro presente che l’offerente si sarebbe dovuto sobbarcare la ristrutturazione parziale dello stabile. Riteniamo inoltre che l’Amministrazione Comunale avrebbe certo considerato, vista la chiara “finalità sociale”, una riduzione delle tasse locali ( oltre alla valorizzazione per voi di 1/3 dell’area) rendendo quindi minima la distanza. Altro che affermare che l’offerta era meno della metà della vostra domanda !

Sull’altra proposta d’affitto fingi d’ignorare che il vero e strumentale scoglio alla trattativa è stato posto da te quando hai messo la condizione di una durata del contratto d’affitto di soli 2 anni, peraltro non rispettosa delle norme, scoraggiando strumentalmente così la volontà di qualsiasi imprenditore minimamente avveduto.

Sorvolando su altri aspetti perlomeno discutibili ci e ti domandiamo : ma se hai a cuore la sorte del Gruppo e di altri 200 dipendenti perché terresti vuota per anni l’area visto che l’intero Consiglio Comunale di Lecco ha approvato, anche su nostra spinta, una risoluzione che vincola l’area all’attuale destinazione Industriale/Artigianale ? Per tutelare gli altri dipendenti pagheresti per anni tasse varie su di un’ area infruttifera rinunciando ai proventi d’acquisto e d’affitto di cospicue quote del fabbricato ? Tu, che sei un imprenditore concreto, ci spieghi qual è la logica razionale ?

Circa la mancanza di documentazione a supporto della trattativa e del progetto ad essa collegato fingi di non sapere d’aver ricevuto già dal mese di maggio (trascurando tutta la documentazione di mesi e mesi di vari gruppi di lavoro preposti sotto la regia dell’Ente Provincia) il prospetto dettagliato dei fabbisogni delle aziende interessate ulteriormente supportate dal documento redatto ad ottobre dal tecnico appositamente pagato da te per mettere nero su bianco “il quadro” della trattativa. Peraltro copia di questo documento scritto ci è stato consegnato nel corso dell’ultima trattativa presso l’Unione Industriali dai tuoi collaboratori stessi.

Di cosa stai parlando quindi ? : a detta di tutti l’unica realtà che sembra emergere chiaramente dai fatti è che, come da sempre sospettato dall’intero Territorio, tu hai acquistato Leuci solo per speculare sul marchio (Italianità di facciata per veicolare prodotti d’importazione) e sull’area immobiliare della fabbrica.

La riprova massima è che non hai mai investito un euro nella fabbrica, nonostante le ripetute promesse iniziali ! Cerchi poi abilmente nelle tue dichiarazioni mediatiche di spostare il problema sugli effetti della messa la bando delle lampade ad incandescenza o delle difficoltà a competere nel mercato con prodotti a bassa marginalità. Giochi sull’ “ovvietà” glissando strumentalmente sul vero problema che è il tuo no ad un progetto di reindustrializzazione anche con prodotti innovativi.

Ed adesso, come da te preordinatamente previsto, vorresti tenerti le “mani libere” sul futuro dell’area “investendo” nel fattore tempo in attesa di un cambio di destinazione ?

Sappi che non hai a che fare con degli sprovveduti. Non puoi pensare di prendere in giro, giocando sulle parole, un intero Territorio e le nostre Istituzioni, visto che hanno “sposato” da tempo questo progetto e questo modello di riconversione.

In questa vicenda, come ti sarai ben accorto, per come è stata costruita sinergicamente dalle varie convergenti componenti, c’è ben altro che una semplice “vertenza aziendale” : c’è un percorso concreto e graduale per riconvertire un manifatturiero “maturo” anche con attività di rete innovative ed ecocompatibili collegate con aspetti di ricerca. Un modello ( lo dicono altri ) virtuoso di re-industrializzazione concreta e praticabile, solo lo si voglia, che può essere l’esempio per molti altri di non rassegnazione alla pesantissima crisi attraverso una rigenerazione manifatturiera.

Quindi a te la scelta definitiva : accettare una soluzione ragionevole come prospettata oppure dire ancora no ad un intero Territorio, ed assumerti in tempi bui come questi la responsabilità di sputare su decine di posti di lavoro subito, e di possibili svariati altri nel futuro . Sarebbe un vero e proprio delitto sociale !

Visto che tu sostieni da sempre di non essere un cinico speculatore hai l’opportunità di dimostrarlo nei fatti!

Alle Istituzioni ed agli altri attori sociali coinvolti :

Ringraziamo i 2 assessori per quanto fatto sinora. Diciamo però loro di continuare a “crederci” anche contribuendo a smontare esplicitamente le pretestuose motivazioni addotte da Pisati per far fallire la trattativa ma soprattutto non lasciando cadere questo concreto “percorso” sinergicamente costruito per l’Area Leuci, per quello che di paradigmatico può e deve rappresentare, e rinnovando il sostegno agli attuali imprenditori interessati a cui diciamo di “tener“ duro”.

Inoltre lanciamo un ulteriore appello ad altri imprenditori responsabili socialmente di farsi avanti. Così pure rinnoviamo caldamente a tutte le altre forze del Territorio (a partire dalla Camera di Commercio, Unione Industriali e Politecnico, Società Civile e Politica…) l’invito a darci concretamente una mano, coscienti della vera posta in gioco : dare un segnale tangibile di riconversione manifatturiera “virtuosa” nel contempo scongiurando una possibile opera predatoria nei confronti del nostro Territorio.

Dal canto nostro, chiamando a raccolta tutta la Cittadinanza, non lasceremo nulla d’intentato a partire, visti i presupposti, dalla richiesta di porre un vincolo d’esproprio sull’area per utilità sociale, proprio in nome di quell’interesse collettivo che sta alla base della nostra lotta.

Lecco, novembre 2013 RSU, LAVORATORI E LAVORATRICI LEUCI