LECCO – Egregio Direttore, stamattina tornando a casa a piedi dall’ospedale, per accorciare il percorso e raggiungere la ciclabile verso Rivabella sono passato lungo le sponde del torrente Bione fino alla foce, percorrendo anche le stradine e le aree maltenute e malfrequentate, sotto la sopraelevata che conduce a Milano. Chi transita quotidianamente dal vicino svincolo stradale vede proprio un bello spettacolo!! E’ il classico “biglietto da visita” che non invoglia certo a tornare nella città del Manzoni. Anche senza avere con me gli occhiali da vista, anch’io non ho fatto fatica a rendermi conto del colposo abbandono che regna in zona da troppi anni.
Nell’alveo del torrente che in passato era stato adeguatamente ripulito, sono infatti ben visibili immondizia, rovi, arbusti e veri e propri alberelli che sono cresciuti indisturbati nell’ultimo lustro: fino alla prossima alluvione non daranno fastidio a nessuno ma poi ben sappiamo quali danni si creano alle persone e al patrimonio dei cittadini che abitano vicino a fiumi e torrenti mal regimati. Cosa si aspetta ad intervenire con un radicale taglio manutentivo? In più, quegli scarichi che si vedono e soprattutto quelli nascosti dalla incolta vegetazione, sono tutti noti oltre che censiti e autorizzati?
Giunti alla foce, la situazione sembra migliorare solo ed esclusivamente perché le alte sponde sono state cementificate per lunghi tratti. Qui il torrente Bione scorre in piano e proprio qui si nota una patina nerastra che è praticamente sempre presente durante l’anno: dal ponticello sulla ciclopedonale la si vede bene e la vedon tutti. Sembra che qualcosa di poco ecologico si depositi regolarmente sul fondo lastricato, colorando di scuro anche la scarsa vegetazione che è riuscita a crescere tra sassi e cemento, a due passi dal lago. Dopo le forti piogge stagionali sparisce ma poi si riforma!!
Tutti vedono e tutti si fanno domande. Qualcuno “dei preposti” prima o poi risponderà, anche operativamente?
Grazie per l’ospitalità
Lettera firmata