Cara Lecconews,
finalmente qualcosa di concreto pedala e si muove. Le nuove strisce bianche che stan comparendo ai lati di alcune delle nostre principali strade sono un piccolo ma positivo passo verso una mobilità più sostenibile.
Sono corsie semplici e ridotte, appena un metro di larghezza, promiscue, non dedicate esclusivamente alle bici, ma già capaci di far riconoscere un diritto di precedenza e di protezione a chi sceglie la bici per muoversi. Un segnale che va nella direzione giusta: incentivare l’uso urbano della bici e garantire maggiore sicurezza ai ciclisti e agli stessi automobilisti.
Ma non possiamo ignorare il resto della storia.
L’intervento arriva tardi. Immotivatamente tardi. Bastavano, come si vede “un secchio di vernice bianca e un pennello” per realizzare ciò che si è atteso – e chiesto – per anni.
Le normative, gli esempi e i tracciati non mancavano.

Qui a Lecco invece solo ora, con la campagna elettorale alle porte, per cercare di recuperare consenso tra i suoi elettori almeno con queste linee sull’asfalto dopo anni di parole e fallimenti (mezze strade scolastiche, carente servizio bus, folli cambi di direzione, ponti chiusi, parcheggi tolti, strade nei boschi, mancati controlli) la Giunta fa quello che doveva e poteva fare da tempo.
Servirebbero elezioni una volta l’anno.
Perché non è qualche spot sui muri che cambia la vita delle persone.
Per non lasciare a metà questo primo piccolo passo si dovranno però prontamente affiancare misure concrete di sicurezza: semafori intelligenti che favoriscano le bici, “case avanzate” ai semafori per permettere la sosta davanti alle auto, un ridisegno dei parcheggi che riduca i rischi per ciclisti e automobilisti in manovra. Solo allora queste strisce potranno trasformarsi da gesto estetico elettorale a scelta d’attenzione a chiunque usa la strada.