PIEDE AMPUTATO A PADRE POZZI
“È DI BUON UMORE, SCANZONATO.
LE MINE NASCOSTE IN STRADA”

LECCO – Ha perso il piede sinistro padre Norberto Pozzi, missionario 71enne di Acquate ferito venerdì pomeriggio nell’esplosione di una mina a Bozoum, in Centrafrica. Dopo un primo intervento all’ospedale di Bangui, il carmelitano scalzo è stato trasferito all’ospedale Onu di Entrebbe, vicino a Kampala in Uganda, dove è tornato in sala operatoria: “La situazione della gamba era peggiorata – raccontano i confratelli -, i medici gli hanno amputato il piede sinistro ma almeno la sua vita è salva”.

“Gli hanno tagliato un po’ la barba, è sorridente e questo ci fa sperare – commenta padre Aurelio Gazzera, carmelitano di Cuneo a Bozoum con padre Norberto da 17 anni -. È il solito Norberto: allegro, un po’ scanzonato, e posso anche vederlo. Nonostante il piede, è di buon umore! Un uomo di fede, di grande carità, e preghiera e di sacrificio”.

Sul suo blog “Bozoum in diretta” padre Aurelio racconta i giorni concitati del ferimento del lecchese in un articolo dal titolo L’orrore delle mine, il silenzio di alcuni e l’affetto di tanti. “C’è un lavoro enorme dietro le quinte – spiega il missionario -. Padre Federico, il superiore della delegazione centrafricana, si trova in Cameroun, e coordina le azioni. Ma è soprattutto l’Ambasciata Italiana che brilla per iniziativa e capacità. Già lunedì mattina l’ambasciatore italiano in Uganda è intorno al letto di padre Norberto. In questi giorni – prosegue padre Aurelio – c’è stata un’ondata di affetto e di preghiera – si legge -. Padre Norberto è in Centrafrica dal 1980, ed è molto conosciuto. Tra Whatsapp, Facebook, Twitter, mail ecc, è veramente un tam-tam che porta preghiere e affetto. Scrivono dall’Italia, dal Centrafrica, Cameroun, USA, Francia, Praga, India, Congo, Inghilterra, Belgio, Rwanda, ecc. E radio e giornali ne parlano e scrivono”.

Mentre sulle mine, “purtroppo la questione delle mine è molto grave. Solo nel 2023, in queste prime settimane, gli incidenti sono stati 14, una media di 2 a settimana. Con bilanci pesanti di 7 morti e di 9 feriti. Nelle zone occupate dai ribelli sono loro a metterle per le strade, per impedire a militari e mercenari russi di passare, e per mantenere tensione e terrore. È ormai un anno e mezzo che le mine sono usate nel paese. Non è facile rilevarle, e non è possibile controllare le strade ed impedire ai ribelli di metterle o di spostarle”.