“SI PUÓ FARE DIVERSAMENTE”
DA BASAGLIA A OGGI, L’EVOLUZIONE
DELLA MALATTIA MENTALE

oltre il giardino projectLECCO – Il forum Salute Mentale di Lecco dà il benvenuto allo psichiatra Franco Rotelli, oggi pomeriggio a Palazzo Falk per illustrare i benefici dell’evoluzione nel trattamento della malattia mentale, i suoi cambiamenti e il cammino ancora da compiere per la gestione di questo disagio. L’omaggio poetico musicale di “Oltre il Giardino Project” allieta la partecipazione attraverso parole coinvolgenti e mediante il loro slogan “cogliere il profumo delle rose dalla parte pungente delle spine” definiscono splendidamente il concetto della conferenza, in cui si cerca di eliminare la questione della devianza a favore di una concezione di diversità socialmente accettata.

franco rotelli salute mentale 1La malattia mentale va considerata come lo stato di “funamboli sospesi su una corda senza fine” e questo percorso è accompagnato dalla figura di specialisti e volontari che ricreano situazioni familiari per meglio gestire le possibili crisi del paziente. Nel suo libro “L’istituzione inventata/Almanacco Trieste 1971 – 2010”, Franco Rotelli racconta del suo lavoro come responsabile del Dipartimento salute mentale, la sua collaborazione con Franco Basaglia e la legge 180 e infine il trasferimento di queste metodologie all’interno di ospedali e centri di salute mentale. Il cambiamento, nella pratica, consta nella creazione di Centri per la salute mentale, per ora presenti effettivamente solo nel Friuli Venezia Giulia, situati ogni 40/50.000 abitanti e definiti da case aperte 24 ore su 24 e gestite da specialisti e volontari cittadini.

salute mentale rotelli oltre il giardino projectIl libro non ha finale, si riprone di continuare con l’evoluzione della storia e la crescita dell’uomo. “Il pensiero sottostante al movimento che decretò la chiusura dei manicomi mise in discussione tutta la società, nell’idea di liberazione mediante l’agire collettivo.” Il professor Rotelli racconta della sua responsabilità assunta dopo aver distrutto le mura dei manicomi, responsabilità nel rinnovare con determinazione l’idea che più nessun muro dovesse essere innalzato. “Il volume cerca di creare un paradigma basato sull’inclusione – continua Rotelli – attraverso l’idea che gli individui “malati” non debbano essere oggetti della cura, ma dovrebbero divenirne soggetti“.
Alcuni muri sono stati abbattuti, ma purtroppo le porte chiuse tardano a morire e la società è ancora troppo dedita alla ghettizzazione del “diverso”, piuttosto che al favorire la sua riabilitazione e integrazione.

Martina Panzeri