ANNEGATO A 18 ANNI,
BARIO E TREZZI CHIEDONO
IL LUTTO CITTADINO

Cara Lecconews,
la solitudine.

Mercoledì, in città, si è consumato un crimine.
No no, non è stata una rapina, nemmeno un furto in appartamento e neanche una molestia sessuale. E non c’entrano nemmeno i “Coco” o qualche altro abito corruttivo. Anche il vial Turati ne è fuori.

Semplicemente è morto un ragazzo. È annegato. Non ne conosciamo il nome, e che ci importa…, è solo la postilla di un provvedimento burocratico.

Quel che ci importa è l’appuntare alcuni temi.

Ad esempio: il rammentare che esiste un diritto ad emigrare ma che esiste soprattutto un diritto a NON emigrare. E a considerare che l’emigrazione forzata è il più prepotente crimine contro l’umanità mai perpetrato. Più orrendo dei lager, più aberrante delle pulizie etniche, perché impoverisce ulteriormente i paesi di origine e non “arricchisce” (?) i paesi di arrivo.
Ed era arrivato a Lecco, il ragazzo.
Qui, fra noi, nella nostra comunità. Ci era arrivato soltanto ieri, mercoledì 18 luglio. Era sbarcato a Lampedusa venerdì 14. Veniva dal Gambia.
Il Gambia… ma dov’è? In Africa? Da che parte?
È il 14° paese più povero del mondo.

Dunque noi ora immaginiamoci questa vita: passare il deserto, arrivare nei lager libici, attraversare il Mediterraneo su delle carrette, e per fare questo, che è costato tanto, racimolare il denaro da grandi clan famigliari che su di noi hanno puntato tutto. Sogni e speranze. Di vita.
Il Lario è bellissimo. E fa molto caldo.
Hai 18 anni e sei con tanti amici che per arrivarci hanno subíto di tutto come te. Nel Lario ti ci butti dentro. Ti ci tuffi. Nuoti, giochi e ridi. E mentre lo fai senti tutto attorno un mondo nuovo. Guardi la Vita.
Poi tutto finisce lì. Come un film. Titoli di coda ed il “the end” sei tu.

È una morte ingiusta.
Ci sono migliaia di morti ingiuste ogni giorno. Per questo serve coltivare il valore della pietà. La pietas nel senso latino, laico, pagano, e la pietas nel senso cristiano più profondo.
Alessandro Bario coinvolgendomi ha pensato che questo fatto sia e diventi una riflessione cittadina. Che questa morte non la si releghi solo a titolo di cronaca ma che diventi un pubblico dolore.

Per questo chiediamo ufficialmente – con questa lettera aperta e protocollata – al sindaco Mauro Gattinoni che sia dato il lutto cittadino.
Speriamo in un sostegno di voi tutti.

Alessandro Bario, Paolo Trezzi
Lecco