“METASTASI”: SANDRO MAGNI
TORNA A CHIEDERE LE DIMISSIONI
DEL SINDACO BRIVIO

magni sandroLECCO – Lo aveva già fatto recentemente, ora alla luce delle ultime rivelazioni del “Fatto Quotidiano“, Alessandro Magni ex componente della maggioranza che sostiene Virginio Brivio torna a chiederne le dimissioni.

Lo fa con questa lettera che pubblichiamo integralmente:

La novità di Metastasi e le dimissioni necessarie di Brivio

La novità dopo le ultime rivelazioni del Fatto online del 3 maggio,  non è solo che la n’drangheta, abbia deciso di convogliare i suoi voti nel 2010 su Brivio, ma che c’è un nesso preciso tra gli apparenti sconnessi arresti nell’affaire Sorrentino (e del geometra Castagna) in Comune  con l’operazione Metastasi. L’odontotecnico Sorrentino è, stando ai fatti venuti alla luce dalle intercettazioni, un canale di collegamento con Coco-Trovato. Sarebbe nella sua “busta paga”. Il che significa che la organizzazione mafiosa agisce da anni nel nostro territorio essendo radicata e integrata nelle amministrazione Comunale di Lecco e in altre Amministrazioni Comunali del territorio. La Lega è stato per anni – finchè la si è ritenuta utile – il veicolo politico, degli interessi n’dranghetisti, e si è nutrita dei suoi voti, come merce di scambio. Mentre all’interno della Lega e con le altre forze politiche si disputava su chi dovesse qualificarsi come  il “più bravo ragazzo” del paese e su chi “non lo fosse”, la n’drangheta agiva e metteva radici.  E faceva i suoi affari. Nascosta da un dibattito inconcludente tra le forze politiche che da una parte facevano i loro affari e quelli di altre lobbys e dall’altro, lo volessero o no, facevano da coperchio agli affari mafiosi, occultandoli con dibattiti o dispute fuori luogo. Che parlavano sempre d’altro.

La novità è insomma, se così si può chiamare, che il problema delle organizzazioni criminali è il vero problema che le forze politiche e associative della città dovrebbero assumere e mettere a tema fondamentale dei programmi di “governo” del territorio.

Da questo punto di vista dovrebbe esserci una presa d’atto da parte di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, di ieri e di oggi, per un radicale rinnovamento, che metta al primo punto i modi per combattere le organizzazioni mafiose nel nostro territorio. Non un generico far fronte alle mafie, magari invocando collaborazioni universali, ma individuando modi e strumenti di questa lotta, e soprattutto individuando le forme della infiltrazione mafiosa. La forma di questa organizzazione e le sue modalità operative, in campo economico, finanziario, politico e sociale, devono essere l’oggetto primo e preliminare, di ogni adeguata lotta civile per il suo abbattimento. Non bastano generici afflati moralistici. Servono analisi conoscitive adeguate né arcaiche né  depistanti.

Dentro questa cornice non mi resta che ribadire quanto già detto.

Brivio, anche e soprattutto in seguito alle ultime rivelazioni, non ha che un’unica cosa da fare, per conservare la sua immagine di persona “per bene”. Rassegnare le dimissioni. E con lui l’intero Consiglio.

Subito dopo l’approvazione del PGT e del Bilancio. Entro giugno. Eventualmente.

Questa scelta, alla luce dei fatti in atto, sembra l’unica scelta possibile per evitare che un commissariamento breve da qui alle prossime elezioni nel primo quadrimestre del 2015, diventi un commissariamento lungo di quasi tre anni, per infiltrazione mafiosa.

Insomma Brivio, andandosene, può difendere più serenamente la sua esperienza, la sua persona e restituire agibilità politica alle forze politiche e associative del territorio della nostra città, per costruire le premesse di un rinnovamento totale, che spazzi via anni di mala politica, e di esplicita (voluta) o implicita (non voluta) connivenza, sia nelle maggioranze che nelle opposizioni.

Resta del tutto evidente che l’annuncio di queste dimissioni di Brivio debba essere anticipato da scelte immediate di dimissioni da parte dell’attuale vice-sindaco, il quale era il responsabile della politica cittadina del PD, allorchè l’ex consigliere Palermo venne inserito e votato in questa lista.

Per concludere e cercare di riassumere, in un quadro cambiato, anche per Lecco, vale  oggi la dura accusa che in occasione dei funerali del generale Carlo Alberto dalla Chiesa il cardinale Salvatore Pappalardo, rivolse allo Stato: “Dum Romae consulitur, Saguntum espugnatur” che tradotto significa: “mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata”. Tradotto ulteriormente, mentre in Consiglio o nelle istituzioni del ns. territorio si discute, la nostra città e il nostro territorio viene espugnata dalla n’drangheta e dal malaffare.

Per fortuna  c’è un  esercito che combatte efficacemente il nemico. La magistratura.

In assenza dell’attore principale: la politica.

Alessandro Magni