PRIMO RAPPORTO CARIPLO:
“LE POVERTÀ COME DESTINO?”

LECCO – Si approfondisce il primo rapporto di Fondazione Cariplo sulle disuguaglianze: tanti gli ospiti presenti al momento di confronto e molti gli interventi che si sono susseguiti durante l’illustrazione del progetto realizzato.

Le povertà come destino?” è la domanda cardine su cui il rapporto verte e al quale si è cercato di rispondere tramite una serie di studi specifici. Attraverso un approccio multidisciplinare che ha visto la sua concretezza in analisi di campo e approfondimenti quantitativi, si è cercato di inquadrare la questione della diseguaglianza partendo dall’incontro di ragazzi e bambini, nonché i protagonisti della ricerca.

Presenti il direttore dell’area scientifica e tecnologica della Fondazione Cariplo Carlo Mango, la vicepresidente della Fondazione Valeria Negrini e la collega Valentina Amorese sempre dell’area scientifica. Al teatro Aquilone di Lecco anche monsignor Davide Milani, la presidente della Provincia Alessandra Hoffman, il sindaco Mauro Gattinoni, Marco Faggiano del CFPP Lecco, il presidente del Distretto di Lecco Guido Agostoni e la presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi.

“Riguardo le disuguaglianze di reddito e ricchezza, notiamo come la metà della popolazione più povera nel 1980, attualmente sia ancora più povera – illustra il coordinatore di Evaluation Lab, Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e professore universitario Gian Paolo Barbetta – Quello che i dati ci mostrano è un processo di concentrazione di redditi e ricchezza determinato dalla dimensione tributaria del nostro paese”.

Alessandra Hoffman, oltre a ricordare come la nostra provincia abbia un tasso di disoccupazione inferiore al 3% a cui possiamo accostare anche un aumento del tasso occupazionale dell’1% e un netto calo dei NEET (ragazzi che non studiano e non lavorano), la Hoffman chiarisce la necessità di non adagiarsi sulgli allori. Si sottolinea, in effetti, che su 28,4% di ragazzi che hanno un’occupazione ben il 53% di essi ha un contratto a tempo determinato; da tenere in considerazione anche il costante mismatch tra domanda e offerta sul nostro territorio e una necessità di garantire a donne e uomini pari opportunità in ambito lavorativo. Una donna – come chiarisce la presidente della Provincia – non può essere costretta a scegliere tra lavoro o figli. Bisogna darle la possibilità di poter fare entrambe le cose.

Altro tema rilevante è quello delle disuguaglianze di apprendimento. É qui che si fa spazio più che mai il concetto di equità, nonché uguale accesso a parità di bisogni. Dai dati illustrati da Barbetta si nota come non solo il titolo dei genitori influenzi i figli nella scelta delle superiori, ma anche come la classe sociale di madre e padre siano rilevanti quando si parla di futuro scolastico dei ragazzi. Tramite un ulteriore studio è stato possibile dimostrare quanto gli studenti che portano a casa risultati scarsi all’inizio del percorso scolastico, siano portati successivamente a mantenere la stessa tendenza sino al termine dello stesso. Se i dati a disposizione ci permettono di capire come tristemente sia possibile prevedere anticipatamente la situazione dei ragazzi, è anche vero che proprio grazie a queste consapevolezze si sa già su quali alunni poter intervenire preventivamente.

A dare il proprio contributo al momento di confronto realizzato, anche uno studente dell’Istituto Antonio Greppi Alberto Mascio, il responsabile pastorale giovanile Decanato di Primaluna don Gianmaria Manzotti, la responsabile del progetto Poli Educativi Clara Locatelli ma anche la professoressa onoraria di Pedagogia generale e sociale all’Università di Milano Bicocca Susanna Mantovani. È quest’ultima a chiarire come, proprio in virtù di un sano e felice sviluppo dei ragazzi, sia necessario agire fin da bambini tramite una serie di regole che diano ai nostri figli tempo, metodo e ordine: solo attraverso una certa regolarità, d’altronde, i giovani crescono con disciplina e organizzazione. Da sottolineare anche l’importanza del gruppo dei pari e l’educazione dei piccoli alla tecnologia.

Sara Galluccio