FALSE ASSUNZIONI E BONUS
NELL’OLIVICOLTURA LARIANA.
IMPRENDITORE NEI GUAI

LECCO – Un imprenditore milanese, A.Z., con attività nel settore dell’olivicoltura sulle rive del Lario è a processo al tribunale di Lecco per aver falsificato documenti sull’emersione del lavoro sommerso di sette persone provenienti dall’America Latina durante il periodo del Covid. E avrebbe avuto doppi benefici, con i bonus elargiti durante la pandemia.

I fatti risalgono al periodo 2020 e 2021 quando l’imprenditore avrebbe deciso – secondo la legge – di assumere le sette persone che erano irregolari sul territorio italiano ma i documenti utilizzati erano falsi ed è stato scoperto da un controllo dell’ufficio immigrazione della questura di Lecco. Infatti sulle buste paga non esistevano riferimenti a Inps e Inail e, anziché avere il codice del dipendente rinviava al commercialista dell’imprenditore. Gli agenti della Questura di Lecco hanno effettuato una serie di verifiche e accertato il reato di falsa dichiarazione di emersione di rapporto di lavoro subordinato e l’imprenditore è finito a processo davanti al giudice monocratico Martina Beggio, con l’accusa condotta dal pm Caterina Scarselli.

Oggi sono stati sentiti gli agenti della Questura che hanno ricostruito l’inchiesta, avviata in tempo di Covid, quando l’imprenditore sfruttò le leggi sull’emersione del lavoro sommerso e i bonus del Covid. Di fatto si è trattato di atti falsi, tutti da accertare nel processo, perchè l’imprenditore non ha regolarizzato i sette extracomunitari. Nella prossima udienza sarà sentito anche l’imputato.

A.Pa.