INTERVISTA A SERGIO AURELI
CANDIDATO PER IL PD
ALLE ELEZIONI EUROPEE

COMO – Sergio Aureli, 39 anni, segretario sindacale di Unia per il territorio del Ticino e Moesa, si occupa dei lavoratori frontalieri. E’ inoltre responsabile del distaccamento dei vigili del fuoco Volontari di Dongo, dove è nato, e consigliere nazionale dei Vigili de Fuoco Volontari. Alle prossime europee sarà candidato per il PD e unico rappresentante per le provincie di Como, Sondrio, Varese e Lecco.

Quali sono i valori che si propone di portare in Europa?sergio-aureli
Professionalità e competenza, ma anche presenza, perché le idee viaggiano sulle gambe delle persone e, anche se si hanno quelle vincenti, ma rimangano a casa con te, è tutto inutile.

E il suo obiettivo?
La valorizzazione del territorio: vorrei che l’Europa conoscesse le nostre zone e noi a nostra volta conoscessimo meglio l’Europa, così da sfruttare al meglio tutte le opportunità che ci offre.

Quali progetti proposti dal suo programma necessitano di un’attuazione rapida?
Proprio per far conoscere le offerte, i bandi e le possibilità europee vorrei creare sul territorio una serie di sportelli in grado di rispondere alle domande dei cittadini, dagli imprenditori agli studenti. Una conoscenza, come dicevamo, che deve funzionare in ambo i sensi: ritengo indispensabile valorizzare la nostra identità territoriale in Europa, in modo che questa sia una porta sul mondo. Importantissima anche la creazione di uno Statuto dei lavoratori frontalieri europei: in generale il tema del lavoro va trattato con cura istituendo, ad esempio, ammortizzatori sociali in funzione del reddito dell’ultimo posto ricoperto. Infine grande attenzione va riservata anche al tema delle energie rinnovabili.

Perché votarla?
Perché si voterà veramente la persona, non il partito o il movimento: è la prima volta che abbiamo la possibilità di mandare in Europa a rappresentarci uno del territorio, perché io sono un lagheè, uno di voi. Inoltre , rispetto alla media dei politici, sono giovane e quindi potrei ben rappresentare una risposta all’esigenza di rinnovamento spesso sentita, infine conosco bene il mondo del lavoro, perché come sindacalista, sono vicino ai problemi dei lavoratori.  Dobbiamo risolvere la ‘malattia’ della politica reagendo, uscendo dagli schemi, e rimboccandoci la maniche, senza limitarci a criticare. Insomma vorrei davvero far rivalutare il nostro territorio e l’Italia, ma anche l’immagine degli italiani, portando quella professionalità e competenza che spesso è mancata.

sergio aureliCosa ne pensa degli ultimi due referendum votati in Svizzera, quello del 9 Febbraio e del 18 Maggio?
Il referendum di maggio sul salario minimo, non è passato perché è stato fatto su base nazionale senza tener conto delle peculiarità dei singoli cantoni. Quello di febbraio invece è stato un referendum passato per 18.000 voti provenienti dal Canton Ticino, che ha costituito veramente l’ago della bilancia, con un 68% di votanti a favore. In altri cantoni con molti più lavoratori frontalieri, come in quelli francesi dove si è registrato solo un 46% di voti a favore, il referendum non è invece passato. E’ chiaro che si tratta di un problema con gli italiani, o meglio con l’Italia che è corresponsabile perchè, in moltissime occasioni, non ha rispettato i patti presi con la Svizzera. E’ il caso della linea ferroviaria che avrebbe dovuto collegare il Canton Ticino con Malpensa per portare i turisti da e verso Expo 2015: il patto era che ogni stato avrebbe dovuto realizzare le opere fino al confine ed ora i binari si fermano lì, perché la Svizzera ha mantenuto gli accordi e l’Italia no, che immagine abbiamo dato? Abbiamo ancora 16 miliardi di euro non ancora spesi, che l’Europa stanzia ogni sette anni per fondi strutturali e che possiamo usare fino al 2015 prima che vengano dati ad un altro stato. Insomma l’Italia in Europa deve cambiare verso e, anche in vista di una rinegoziazione degli accordi bilaterali, penso di avere le competenze per individuare la giusta direzione.

Chiara Vassena