LA LETTERA/”QUANDO L’ARTE
DIVENTA GHETTO”

magni sandroEgr. Direttore

Quando nel 2009 approdò nell’aula consiliare il Regolamento comunale delle attività ed arti di strada nel territorio della città di Lecco, Rifondazione Comunista allora rappresentata da Lello Colombo, assieme alla Lista Civica rappresentata da Pogliani e Invernizzi votarono contro, mentre il Pd, allora all’opposizione, abbandonò perfino l’aula.

Oggi l’Assessore Volontè e la Giunta presentano in Commissione un articolo aggiuntivo a quel Regolamento. Uno si aspetterebbe un miglioramento! Una netta separazione tra arti di strada e problemi di polizia locale o di “ordine pubblico” Ammesso che i poveri siano un problema di ordine pubblico. E invece ?! giudicatelo voi.

Come qualcuno ricorderà quel Regolamento con la scusa di regolare le arti di strada infilò tutta una serie di norme volte a disciplinare le cosidette “attività di strada”. Delle arti di strada, come  un chiaro richiamo e una intelligente opportunità anche per fare turismo non interessava niente a nessuno. Allora. E pure oggi. L’importante era vietare alcune attività e allontanare qualche persona dalla città, con il pretesto che facesse il lavavetri d’automobile, il lustrascarpe, il “ciarlatano”, il “cenciaolo” oppure il facchino.

Di giocolieri, di clows, di acrobati, equilibristi, contorsionisti, cantastorie, attori di strada, statue viventi, mimi, fachiri, mangiafuoco, burattinai, danzatori, musicisti, steet-band, madonnari, drea-painters, ecc, non interessava nessuno. Quelli erano, tutt’al più, artisti di serie Z, non importa se nelle città europee sono loro che fanno da richiamo e a volte ci incantano. A Lecco, in quel Regolamento non venivano neppure definiti ed esemplati, contrariamente ai ciarlatani e ai cenciaoli. L’importante era far cadere la mannaia della restaurazione della sicurezza cittadina.  A prescindere dall’efficacia.

Oggi quei temi non interessano più. La sicurezza cercata ritorna ad essere quella di un posto di lavoro e di un reddito certo. Ma la nostra (mia) amministrazione (e mia maggioranza) cosa si inventa di nuovo. Confondendo artisti di strada con mendicanti o quant’altro relega, senza distinzione alcuna, artisti veri o poveri senz’altro, in 5 posti, tutti fuori dalle vie principali del centro, per non recare disturbo ad  altri nuovi tutti-poveri, i commercianti. L’importante che artisti o non artisti, se ne stiano  relegati in un metro quadrato in posti perennemente disattenzionati  dai cittadini: in qualche angolo sperduto e inaccessibile di Piazza Manzoni, di Piazza Mazzini o sul lungo lago o in Piazza Cermenati. Ma al massimo per un’ora. Altrimenti. Disturbano.

Veda il lettore se questo Regolamento così corretto è migliorativo. Se c’è aria di novità e progresso.

Con buona pace della Cultura e del Turismo e i suoi indotti. Ma anche con buona pace dei commercianti, che dalla promozione di veri artisti di strada non potrebbero che ottenere vantaggi anche economici.

La confusione invece lascerà tutto come prima. E misure di bassa lega certamente non porteranno premi e valore aggiunto alla nostra città,  al suo nome e a chi l’amministra.

Alessandro Magni