LECCO – “Il divieto di assembramento a Lecco non è una priorità, anzi si è dissolto nella notte del 18 luglio.
Questo è quanto certifica il Comune che nonostante i continui richiami all’importanza del distanziamento fisico, almeno un metro ripetono fino allo sfinimento gli esperti, ha organizzato la Notte Bianca, una serie di eventi concentrati perlopiù nel centro città e che è comunque un richiamo all’affollamento al di là dei singoli show.
Nulla da dire sulle iniziative con prenotazione obbligatoria, con posti a sedere distanziati e numeri certi di partecipanti, e mi riferisco alle rassegne cinematografiche e ai concerti, ma anche alle proposte del Planetario tanto per essere chiara.
Ben venga quanto aiuta i pubblici esercizi a recuperare il fatturato perduto, ma gli spettacoli di strada con adulti e bambini che si accalcano per assistere all’esibizione dell’artista sono il contrario di quanto è predicato da settimane.
Mentre il sindaco Brivio nelle sue newsletter settimanali invitava i lecchesi all’equilibrio, richiamava a delineare le attività private e pubbliche “con correttezza e senso di responsabilità”, ricordava che le precauzioni suggerite “devono esser prese sul serio” i suoi assessori lavoravano per organizzare la suddetta Notte.
La Prefettura già da giugno ribadiva “l’esigenza di adottare ….da parte dell’Amministrazione Comunale adeguate misure di prevenzione e di contrasto verso atteggiamenti non rispondenti alle prescrizioni previste”.
Abbiamo letto tutti come nelle serate degli ultimi fine settimana la Questura avesse organizzato una serie di verifiche nelle piazze e nei locali in coordinamento con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale. Mi piacerebbe sapere se è stata consultata prima di dare il via alla macchina organizzativa.
E che dire dei controlli perfino sulle spiagge, del richiamo alla necessità di steward per garantire il non-sovraffollamento? La gente si sente presa in giro. Non sarà che il Partito Democratico spinge, in vista delle prossime elezioni comunali, a fare e a strafare per far vedere quanto sono bravi?
Le persone incontrate invece notavano per lo più l’incoerenza fra quanto richiesto al privato, il negoziante può fare entrare solo tre o quattro clienti alla volta a seconda della dimensione del locale, e a chi entra in un caffè va misurata la temperatura, e quanto è concesso al pubblico, il Comune in questo caso, indifferente agli ultimi dati, fra tutti l’indice Rt che invece mostra, come dichiara il Ministero della Salute, che è necessario continuare con comportamenti ispirati alla prudenza.
Ma è la prudenza che spinge gli organizzatori, con inspiegabile orgoglio, a dichiarare: “la Notte Bianca a Lecco è l’unica in Lombardia”? Non è di questi primati che ha bisogno la nostra città.
Cinzia Bettega
Capogruppo Lega Consiglio comunale di Lecco