PD LECCO: TROPENSCOVINO
CANDIDATO DI TUTTI. “VOGLIA
DI RINNOVAMENTO, MA SERVONO
ANCHE STORIA ED ESPERIENZE”

LECCO – Manuel Tropenscovino, a 28 anni compiuti da 4 giorni, sta per essere riconfermato (da candidato unico e dunque unitario) segretario provinciale del Partito Democratico di Lecco.

Ne parliamo in una lunga intervista, che proponiamo di seguito:

Tropenscovino, si stupisce di questa seconda candidatura – considerando la sua giovanissima età e la scarsa abitudine della politica italiana ad “aprire” appunto agli under 50 (se non 60 e 70…)?
Da quando lo scorso anno mi è stato affidato questo percorso, c’è stata molta voglia di rinnovamento. Nei circoli non si sente altro che dire “servono i giovani per rilanciare questo partito”. Sono convinto che servano anche i giovani, ma le esperienze e le storie di chi ancora oggi fa vivere i circoli, le feste, mantiene i rapporti con gli iscritti, siano fondamentali. Servono idee e modalità nuove, se alcuni giovani possono aiutare in questo rinnovamento spero di poter essere tra quelli. Anche perché oggi sono quelli della mia generazione che più di tutti vanno rappresentati: penso ai tanti costretti a lavori precari, ai neolaureati con stipendi che farebbero indignare altre generazioni, ai giovani studenti abbandonati durante e dopo il covid, ma anche ai tanti che si sono mobilitati negli anni con richieste chiare sul fronte ambientale e dei diritti. Il PD deve rappresentare tutto questo.

Nel dibattito Schlein-Bonaccini o Schlein-“riformisti” del PD, come si colloca oggi dopo il suo ‘endorsement’ per il governatore emiliano ai tempi del voto per la segreteria nazionale?
Come si sa, ho sostenuto Bonaccini. Ci tengo sempre a dire, a chi vorrebbe identificarmi a tutti i costi come appartenente a “qualcuno” a livello locale o a livello nazionale, che avrei l’ambizione di identificarmi nelle idee dei tanti che hanno scritto e fatto la storia della sinistra italiana, cambiando questo paese. Poi fin dal primo minuto dopo le primarie ho sostenuto e sostengo l’azione della nostra segretaria. Ha finalmente rimesso al centro del dibattito temi che avevano diviso il paese in passato, per causa nostra: il lavoro con la proposta del salario minimo, la sanità sulla quale si sta scrivendo una proposta di legge con le opposizioni, l’ambiente, i diritti. Siamo tutti impegnati perché con questo nuovo corso si possa tornare ad essere una forza credibile, alternativa a questa destra che scopriamo ogni giorno non essere pronta a governare, ma soprattutto che ascolti e dica chiaramente quali sono le proposte e mi permetto di dire i sogni da inseguire perché ci possa essere un futuro diverso e migliore.

Localmente: soddisfatto della guida “di cento sinistra” del Comune di Lecco?
Leggo tanto i commenti nei gruppi facebook e sotto i post in cui si parla delle vicende lecchesi, così come cerco di chiedere ad amici e conoscenti cosa ne pensano sulle tante iniziative di questa amministrazione che io considero positive per non rimanere a quello che ci diciamo nelle nostre sedi. C’è una coerenza che le altre forze politiche stanno dimostrando di non avere ai piani alti, cioè che pur tra mille difficoltà quello che si è promesso e su cui si è chiesto il voto lo si porta avanti, perché sono le priorità per migliorare la città. Piccola, lungolago, un quarto ponte a due corsie, nuove strutture scolastiche, le tante opere che devono essere terminate, l’attenzione ai rioni, le proposte culturali sempre in aumento, una rete sociale che sia riferimento per chi ne ha bisogno e tanto ancora. I limiti e le difficoltà fanno parte dell’azione amministrativa di chiunque, a maggior ragione una città complessa com’è Lecco, ma c’è un impegno unanime perché si trovino soluzioni e si consegni ai lecchesi nei tempi che ci si è dati una città che funziona, come del resto si è sempre cercato di fare in questi tre mandati. Tanti vogliono giocare sulle differenze tra questa amministrazione e quella precedente. Si sbagliano, perché i risultati di oggi sono frutto del testimone che si è portato avanti ieri e usando un’immagine: Jacobs e Tortu corrono in modi differenti nella 4 x 100, ma tutti con l’obiettivo di vincere insieme come squadra.

Siamo già in campagna elettorale, con un 2024 che vedrà al voto per decine di Comuni, l’Europa e a quanto pare anche la Provincia con un ritorno a elezioni dirette. Come vede la situazione, partita per partita?
Nella nostra Provincia c’è una storia ed una cultura amministrativa del centrosinistra che è invidiabile da parte di tanti altri territori. Andranno al voto 48 comuni e in molti ci sono amministrazioni i cui sindaci si riconoscono nei nostri valori. Tutti paesi in cui gli amministratori danno anima e corpo per dare risposte e risolvere i problemi ai propri cittadini. Servirà un grande sforzo da parte di tutti per costituire liste rappresentative. Credo anche che ci debba essere un grande senso di responsabilità di tutti quei soggetti e quelle forze politiche che si riconoscono in un campo valoriale, in cui c’è anche il PD e che tutti insieme si rilanci la sfida alla destra, sia per riconfermare esperienze amministrative ma soprattutto per crearne di nuove. Saranno sfide importanti, sia quella delle europee, ancora una volta ci avviciniamo a questo appuntamento con tanti dubbi su come i paesi stanno dentro l’Unione, lo vediamo ancora una volta sui migranti. Ma l’UE, sicuramente diversa da quella di oggi, potrebbe essere, lo è stata, la risposta alle situazioni in cui ci troviamo oggi e il PD su questo può dire molto. La segretaria conosce bene le istituzioni europee, ha fatto molte battaglie in quei luoghi. Rappresenterà al meglio in questa campagna elettorale l’idea di UE che abbiamo. Sulla Provincia con questo congresso siamo impegnati a costruire già una visione chiara di territorio, che vogliamo approfondire e condividere, partendo da alcuni temi prioritari: infrastrutture e mobilità, scuola, cura del territorio, lavoro e sostegno alle fragilità. Se sapremo dare le giuste risposte e costruire le alleanze migliori saremo competitivi anche in questa provincia, per tornare ad amministrarla.

Tropenscovino e Doniselli, candidato sindaco sconfitto a Ballabio

Il veleno nella coda: “in casa sua” ovvero a Ballabio la vostra lista non è andata male, ma malissimo. Che è successo in un paese che ha avuto nella storia tante amministrazioni distanti dalla destra attuale?
Non c’è dubbio, è andata male e riconosco che ci sia stata una vittoria netta. Penso che da parte nostra avremmo dovuto essere più chiari nelle proposte per il paese. Non che non ci fossero, ma di fronte a chi ha promesso di tutto noi avremmo dovuto essere molto più chiari. Rimane un gruppo che partendo dagli errori vuole essere protagonista del paese, questo non c’era più a Ballabio, tanto che qualcuno ha deciso di passare dall’altra parte. C’è stato molto individualismo negli ultimi anni. Però in tanti, malgrado il risultato, ci hanno chiesto come dare una mano per costruire una alternativa. Da quando la destra amministra Ballabio ci si è disabituati a pensare l’amministrazione come quella che dovrebbe prendere le decisioni per migliorare il paese, risolvere problemi irrisolti e creati anche da chi la guida oggi. Se penso alle passate amministrazioni tutte hanno lasciato un segno, nel bene e nel male. Oggi questo non c’è, si preferisce tamponare qualche situazione e pensare a iniziative spot che accontentano, ma che lì finiscono. L’esempio lampante è che mentre gli studenti arrivano in ritardo a scuola perché i bus arrivano già pieni a Ballabio, mentre le famiglie dovranno pagare aumenti degli abbonamenti, questo fine settimana ci sarà però un bus gratuito per andare in discoteca. Va bene questa iniziativa, in parte, ma alla vita di tutti i giorni chi ci pensa? Vedo un filo che lega l’azione e le modalità di questa amministrazione esattamente con quello che fa il loro riferimento politico dal ministero delle infrastrutture, un’eterna ricerca del consenso ma quotidianamente in contraddizione tra quello che si dice e si fa.

Intervista di Sandro Terrani
Direttore resp.le Lecco News