SALARIO MINIMO A 9 EURO:
“CAMBIAMENTO NECESSARIO”
PER LA POLITICA LECCHESE

LECCO – Al centro dell’attenzione pubblica odierna è il dibattito sul tema del salario minimo: in seguito all’incontro tra la premier Giorgia Meloni e le opposizioni lo scorso 11 agosto, infatti, è stata firmata una proposta unitaria tra i partiti Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Più Europa con l’obiettivo di stabilire una retribuzione oraria non inferiore a 9 euro senza considerare tredicesima, quattordicesima, TFR che devono essere in più.

Una proposta che non solo fisserebbe un salario minimo, ma anche una contrattazione collettiva – quella che le forze oppositive sostengono appellandosi all’articolo 36 della Costituzione. Una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro è infatti un diritto fondamentale di un qualsiasi salariato, il quale deve poter assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

“Al contrario di ciò che la presidente Meloni afferma, il salario minimo non è uno ‘specchietto per le allodole’ – chiarisce il portavoce e segretario del Partito Democratico lecchese Manuel Tropenscovino -. In Italia sono più di tre milioni le persone lavoratrici povere e in un contesto dove l’aumento dei costi sembra essere una costante, risulta fondamentale porre al centro del dibattito parlamentare il tema della dignità lavorativa. Insieme ai partiti di opposizione lavoreremo per questo e saremo pronti a raccogliere le vostre firme e il vostro supporto”.

Anche Emanuele Manzoni di Alleanza Verdi e Sinistra, Eleonora Lavelli di Azione, Christian Peregodi Movimento 5 Stelle e Domenico Saggese di Più Europa si dimostrano concordi e collaborativi rispetto alla battaglia comune a favore di un salario minimo non inferiore ai 9 euro all’ora.

“Sostenere una proposta salariale di questo tipo significa tutelare le categorie di lavoratori più a rischio. Parliamo soprattutto di donne, dei nostri giovani ma anche del campo della ristorazione e quei settori a maggior rischio sfruttamento – spiega il portavoce lecchese di Alleanza Verdi e Sinistra Emanuele Manzoni -. È una misura di buon senso per tutti i lavoratori, subordinati e non subordinati, che deve essere portata avanti”.

S. G.