SOSTA SELVAGGIA A PESCARENICO, RIMOZIONI A GO-GO

SOSTA SELVAGGIA PESCARENICOLECCO – I carri attrezzi per la rimozione delle auto in sosta selvaggia hanno dato il meglio nei giorni scorsi a Pescarenico. Chiamati dagli stessi residenti infuriati dalle auto posteggiate ovunque, hanno colpito anche qualche abitante, che per giunta non c’entrava nulla.

Ma tant’è, a Pescarenico la gente è disperata e non solo per le auto ferme non è consentito. Anche per una viabilità disegnata a suo tempo in modo ritenuto poco utile e razionale, per i posti auto che non ci sono, per il silos chiuso alle 20 e che quindi non può accogliere le esigenze di parcheggio dei residenti, per piazza Era ormai desolata e priva di vita.

Prendiamo per esempio via Plava. Nella parte che affaccia su piazza Era i marciapiedi da ambo i lati sembrano superflui, specie se si interrompono bruscamente lasciando il pedone nel disorientamento più totale.

Il primo punto che commercianti e residenti sottolineano è che di due passaggi pedonali protetti sul medesimo tratto di strada nessuno ne beneficia. Infatti se al posto della striscia bianca con disegnato l’omino, simbolo inequivocabile del pedone, si  ampliasse lo spazio bianco, le auto avrebbero uno sfogo di sosta in più e lo stesso passaggio protetto non rischierebbe, come spesso accade, di essere utilizzato a mo’ di parcheggio non autorizzato.

Le cose si complicano in questo periodo dell’anno, quando il cartello all’inizio di piazza Era annuncia la chiusura al traffico e alla sosta dal primo di giugno al 30 settembre.

Non basta. La rastrelliera per le biciclette, messa con tutte le migliori intenzioni al momento, qualche anno fa, della riqualifica della piazza incorniciata dall’Adda, è sempre vuota, ocuupa insomma uno spazio utile per i posti auto.

E la stessa piazza una volta ospite di manifestazioni e della tradizionale Sagra di Pescarenico, ora appare desolatamente lasciata andare. Tutte le promesse e le buone intenzioni di farne un fulcro di attività subito dopo la sua sistemazione, sono andate perdute.

Bianca Bardi