PREVISIONI DI ASSUNZIONE:
NEL LECCHESE 6600 POSTI,
NESSUNO CERCA GLI UNDER29

clicca sull'immagine per ingrandirla LECCO –  Elaborati i risultati dell’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione: nel trimestre febbraio-aprile 2019 le imprese della provincia di Lecco prevedono di effettuare 6.660 assunzioni: a cercare nuovo personale sarà il 21,7% delle aziende con almeno un dipendente. Nella nostra regione i nuovi posti di lavoro saranno oltre 228mila, e a livello nazionale sfioreranno quota 1.130.000.

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Nel periodo febbraio-aprile 2019, il 54,7% delle assunzioni di aziende lecchesi si concentrerà nel comparto industriale (3.640 nuovi contratti, di cui 360 riguarderanno il settore delle costruzioni) . Rispetto all’indagine precedente (relativa al 1° trimestre 2019) cresce la quota di nuovi ingressi nel terziario (dal 42,6% al 45,5%). In particolare, le nuove assunzioni previste saranno 670 nel commercio; 840 nel turismo; 1.520 negli altri servizi.

Nel mese di febbraio 2019, sulle 2.060 assunzioni programmate dalle imprese lecchesi la quota con contratto a tempo indeterminato sale al 33,4% (a gennaio era del 32,4%); Lecco occupa il terzo posto tra i territori lombardi (dietro a Milano e Lodi, rispettivamente con il 39,8% e 34,6%), recuperando quattro posizioni nella graduatoria rispetto all’indagine precedente. La quota delle nuove assunzioni a tempo indeterminato previste a febbraio resta inferiore alla media lombarda (che scende dal 36% al 35%), ma torna superiore a quella nazionale (che si attesta al 32,9%, anch’essa in calo di un punto percentuale nei confronti di gennaio).

Rispetto alla scorsa indagine, si riduce considerevolmente la quota dei contratti di apprendistato (dal 7,2% al 4,3%), scendendo al di sotto della media lombarda e italiana (rispettivamente 5% e 5,9%). Rimangono pressochè stabili i contratti a tempo determinato (dal 58,3% al 58,1%, valore superiore sia alla media regionale, 56%, che a quella nazionale, 57,6%). Torna a salire la quota di assunzioni con altre forme contrattuali (dal 2% di gennaio al 4% di febbraio, valore comunque in linea con quello lombardo e italiano). Le assunzioni “stabili” si concentrano soprattutto nei “servizi alle imprese” (46,8%), nel “manifatturiero” (37,8%) e nel “commercio” (30,4%); viceversa “costruzioni”, “turismo” e “servizi alle persone” ricorrono maggiormente al tempo determinato (rispettivamente 68,9%, 65,3% e 64,4%). Si mantiene elevato, ed è pure in crescita, il ricorso ad altre forme contrattuali nel “turismo” (20%, contro il 13% di gennaio, cfr. tabelle 3a e 3b allegato statistico).

Il 56,8% delle entrate programmate a febbraio riguarda imprese lecchesi con meno di 50 dipendenti; il 25,7% medie imprese; il 17% realtà imprenditoriali oltre 250 addetti .

Rispetto a gennaio, scende decisamente la quota di assunzioni riservate a figure “high skill” (dirigenti, specialisti e tecnici, dal 23,9% al 19,1%) e il valore resta inferiore sia alla media regionale (25,3%) che a quella nazionale (20,6%); ciononostante, Lecco recupera tre posizioni nella graduatoria regionale (dalla 7a al 4a piazza) ed è preceduta ma Milano, Monza e Varese.

Rispetto al mese scorso torna a scendere la quota di assunzioni destinate a personale laureato (dal 13,9%, al 12% di novembre) e la percentuale del nostro territorio continua ad essere inferiore sia alla media regionale (17,3%, in leggero calo rispetto al 17,6% di gennaio) che a quella nazionale (anch’essa in diminuzione dal 15,5% al 13,6%).

Tuttavia Lecco recupera una posizione nella graduatoria lombarda, posizionandosi al 4° posto, dietro a Milano, Varese e Monza (rispettivamente 24,6%, 16% e 14,8% dei nuovi ingressi previsti a febbraio). In calo anche la quota delle assunzioni che riguarderà diplomati (dal 71,4% al 68,9%: il 35,1% con diploma di scuola media superiore e il 33,8% di Istituto professionale), mentre cresce quella di risorse umane che hanno solo assolto all’obbligo scolastico (dal 18,5% al 19,1%) ; con riferimento a queste ultime aspetto Lecco perde una posizione nella graduatoria delle province lombarde che fanno meno ricorso a questa tipologia di lavoratori, classificandosi al 3° posto dietro a Pavia e Milano (rispettivamente 15,2% e 14,4%, cfr. tabelle 4 e 5 allegato statistico).

Pertanto non stupisce che tra i profili maggiormente richiesti dalle nostre imprese spicchino soprattutto figure a media e bassa specializzazione, quali “operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche” (450 nuove assunzioni), “cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici” (160 persone) e “personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone” (140 nuovi ingressi).

Continua il calo già registrato nell’indagine di gennaio della quota di assunzioni riservate ai giovani con meno di 29 anni (dal 30,6% al 27,4%); il valore lecchese risulta inferiore sia alla media regionale che a quella nazionale (rispettivamente 28,8% e 28,1%, anch’esse comunque in diminuzione rispetto alla scorsa indagine) e, a livello regionale, la nostra provincia scende dalla quinta alla penultima posizione, precedendo solo Sondrio. Per alcune famiglie professionali, tuttavia, la quota di “under 29” è particolarmente consistente: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (24,1%, pari a 260 figure) “aree commerciali e della vendita” (40,2%, pari a 110 unità) e “aree tecniche e della progettazione” (23%, pari a 80 persone).

Altro focus dell’analisi concerne le figure professionali di difficile reperimento. La loro quota resta consistente e, dopo il calo registrato nella scorsa indagine, a febbraio torna a salire (dal 36,3% al 36,9% di febbraio); il dato si conferma superiore sia alla media regionale che a quella nazionale (Lombardia 28,6%; Italia, 28,5%). Il fenomeno è particolarmente sentito per determinate famiglie professionali: “area produzione di beni ed erogazione del servizio” (36,5%, pari a 390 figure), “aree tecniche e della progettazione” (60,6%, pari a 210 figure) e “aree commerciali e della vendita” (27,9%, pari a 80 unità). In particolare, le difficoltà di reperimento riguardano ben il 50% dei 250 laureati ricercati dalle imprese lecchesi: le motivazioni addotte dalle stesse sono in primis il ridotto numero dei candidati (19,9%) e la scarsa preparazione degli stessi (13,9%).