CHIUSURA RIFUGIO CARITAS E CANILE, VALSECCHI (APPELLO PER LECCO): EVITARE LE POLEMICHE

LECCO – L’imminente chiusura del rifugio Caritas e quindi la prospettiva che i senza tetto, molti dei quali cittadini italiani e autoctoni, ritornino sulla strada da inizio aprile pone interrogativi molto seri alla politica e alla cittadinanza attiva.

VALSECCHI CORRADO“In un momento dove è forte il dibattito sulle sorti del canile municipale – annota Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco – inevitabilmente si alimentano le polemiche in città con un paradigma impietoso, ma inevitabile. La comunità ha più interesse per la salvaguardia del rifugio dei cani che per quello degli esseri umani? Detta così la domanda evidentemente è un pugno nello stomaco, ma ci serve per aprire gli occhi e affrontare un problema che non può essere delegato solo all’abnegazione del volontariato, della Caritas e dei sacerdoti di buona volontà. E’ un problema che riguarda tutti. Appello per Lecco crede che la soluzione possa anche trovarsi, ma necessità più tempo. Per questo chiediamo alla Caritas e ai volontari che svolgono un ruolo encomiabile durante il periodo invernale tenendo aperto e gestendo il rifugio per i senza tetto la possibilità di mantenere ancora in essere per qualche settimana questa opportunità per i cittadini disagiati e nel frattempo affrontare nuovamente la questione anche a livello istituzionale per cercare di dare risposte idonee alle aspettative di questi sventurati e delle persone che li stanno aiutando”.

Ci rendiamo conto che non é semplice trovare la soluzione giusta – aggiunge Valsecchi -, ma dobbiamo tentare di dare una mano alle persone che vivono in un disagio profondo. Ma anche loro devono aiutarci ad aiutarli. Cercando di avere maggiori relazioni costruttive con il tessuto cittadino, cercando occasioni di lavoro che possano consentire di essere occupati durante il giorno e guadagnare un po’ di soldi, magari non sufficienti per risolvere i loro problemi, ma che possono ai più volenterosi cambiare la vita. Serve, quindi, un po’ di tempo in più, mantenendo aperto il rifugio, per tentare di trovare una soluzione idonea, anche attraverso un maggiore coinvolgimento delle Istituzioni o magari la disponibilità temporanea di qualche privato cittadino che ha dei vani sfitti e evitare il manifestarsi di un odioso e antipatico confronto tra le sorti del canile e quello del rifugio dei senza tetto”.