INQUINAMENTO IN LOMBARDIA,
LECCO E SONDRIO L’ARIA MIGLIORE.
LEGAMBIENTE: “CITTÀ CAR-FREE”

smogMILANO – “Dal 2017 si deve fare molto di più nella lotta all’inquinamento dell’aria! Archiviato il 2016 come un anno ‘di transizione’ grazie al grosso aiuto dalla climatologia, e nonostante il ripetersi di un implacabile dicembre, le concentrazioni medie annue della Pianura Padana si sono mantenute lontane dai livelli terribili dei primi anni 2000, e in nessun capoluogo è stata superata la media annua di 40 microgrammi/mc di polveri PM10 indicata dalla UE come limite perentorio” spiega Legambiente Lombardia tirando le somme sull’inquinamento atmosferico nell’anno appena trascorso.

Sembrerebbe una buona notizia se, in realtà, quel limite è unanimemente riconosciuto come largamente insufficiente a tutelare la salute umana, e da tempo la UE dovrebbe rivedere i propri parametri divenuti ormai obsoleti a fronte delle crescenti evidenze mediche della pericolosità dell’inquinamento da micropolveri. Siamo ancora lontani dal poter parlare di risanamento atmosferico, tuttavia le tendenze di lungo periodo sono chiare, se solo si confrontano i dati dell’anno appena concluso con quelli del precedente decennio.

pm10-lombardia-2016Nel caso della città di Milano per esempio il 2016, con una media di 35,9 microg/mc di PM10, è stato il secondo migliore (dopo il piovoso 2014) dal 2002, e la tendenza in calo è evidente dai dati storici raccolti dalla rete fissa di ARPA Lombardia nelle centraline milanesi. Delle tre centraline milanesi, quella che ha fatto registrare i valori peggiori è stata quella di Città Studi (Pascal, 39 mcg/mc), mentre un’aria significativamente migliore è quella monitorata in centro dalla centralina di Verziere (33,8 mcg/mc). Segno che le politiche di riduzione del traffico continuano a produrre effetti positivi per la salute dei milanesi, ma anche che le misure di limitazione vanno estese a tutta la città.

Per quanto riguarda i capoluoghi invece, la città con i valori medi di inquinamento da polveri più alti nel 2016 è stata Monza, che nelle sue due centraline (peraltro con molti ‘buchi’ legati a frequenti e prolungati malfunzionamenti) ha fatto registrare una media annua di 36,6 mcg/mc; in generale, il gioco delle correnti quest’anno ha sfavorito le aree metropolitane pedemontane, alleviando leggermente l’oppressione da smog nei capoluoghi della ‘bassa’, che comunque registrano livelli di inquinamento nettamente superiori a quelli dei capoluoghi alpini e prealpini.

pm10-lombardia-2016-tab2Sondrio conferma il proprio primato, sempre incalzato da Lecco, come capoluogo lombardo con l’aria migliore, nonostante le recenti evidenze circa il ruolo del riscaldamento a biomasse solide (legno, cippato e pellet, molto impiegati nelle valli alpine) nelle emissioni di particolato sottile: senza voler attenuare le preoccupazioni, che devono spingere ad adottare tecnologie di combustione efficienti e a basse emissioni, risulta però evidente anche da questi dati che il traffico automobilistico continua ad essere la fonte principale di emissioni inquinanti, ed è su questo versante che occorre concentrare le azioni.

Se per quanto riguarda la concentrazione media su base annua, nel 2016 non è stato segnalato nessuno sforamento delle norme UE, le cose vanno peggio per quanto riguarda i picchi, e l’appena concluso mese di dicembre (ma i pronostici meteo per gennaio non sono migliori!) ce lo ricorda con prepotenza. E che siano proprio i picchi di inquinamento le occasioni in cui si osservano gli effetti sanitari più severi dell’inquinamento da polveri sottili, con gli aumenti di ricoveri e di mortalità, e anche in questo caso le norme UE appaiono insufficienti, consentendo di superare per ben 35 giorni all’anno il livello di aria decisamente malsana corrispondente a 50 mcg/mc di polveri sottili. Qui le cose vanno davvero male per tutti: solo Sondrio, Lecco e Varese si mantengono entro il (troppo tollerante) limite UE, tutte le città di pianura hanno avuto oltre 50 giorni di superamento nell’anno trascorso, e peggio di tutti è andata Milano, con ben 79 giorni di aria ‘fuori legge’1.pm10-lombardia-2016-tab1