LECCO – Oggi in tutta Italia si manifesta contro i decreti Minniti-Orlando sulla gestione dei flussi migratori. La mobilitazione nazionale, proclamata dalla rete delle Città in Comune, prevede iniziative, presidi, attività per “restare umani e dare un futuro diverso al nostro paese e all’Europa” dicono i promotori.
A Lecco aderiscono i Giovani Comunisti-Prc con questa comunicazione:
Approvato da 145 senatori, il minimo storico da inizio legislatura, il decreto prevede nei fatti:
– L’abolizione del secondo grado di giudizio per il riconoscimento del diritto di asilo, una decisione che provocherà un incremento del lavoro per la Cassazione, in netto contrasto con i pronunciamenti della Corte Europea dei diritti dell’uomo che sancisce di fatto un “diritto speciale” per i richiedenti asilo.
– L’introduzione dei Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio), una riedizione sotto nuovo nome dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) finiti sotto i riflettori per le condizioni deplorevoli e disumane in cui versavano i migranti.
– La videoregistrazione e la trascrizione automatica dei colloqui dei richiedenti asilo con le Commissioni Territoriali che saranno chiamate a esaminare le richieste anche in assenza della presenza del difensore. Una ennesima violazione dei diritti della difesa.
– La possibilità di impiegare gratuitamente i richiedenti asilo in lavori di pubblica utilità, calpestando così l’art 36 della Costituzione, secondo cui la retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro garantisce una esistenza libera e dignitosa.
– La conservazione del reato di immigrazione clandestina.
– L’introduzione di un DASPO urbano come forma di repressione a difesa del “decoro” (la stessa misura repressiva precedentemente usata negli stadi).
Crediamo che la gestione del fenomeno migratorio non significhi limitarsi ad un’azione di identificazione e rimpatrio di massa, ma che occorrano norme che favoriscano i flussi d’ingresso, la permanenza regolare dei cittadini migranti, il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento. Per questi motivi i Giovani Comunisti aderiscono alla mobilitazione dell’8 aprile, in difesa della solidarietà tra popoli e contro la logica dominante della “Fortezza Europa”.