RACCONTO. ‘LE AVVENTURE DI MORSICONE’ DI CARLO VARESI, 13ª PUNTATA

Le avventure di Morsicone
di Carlo Varesi*

Tredicesima puntata

Il sonno arrivò presto a trasportare Morsicone nel mondo dei sogni. Ma questo poteva essere anche il mondo degli incubi.

Improvvisamente Morsicone si sentì solo e una grande sensazione di abbandono si impadronì di lui. Era solo contro tutti. Ma chi erano tutti?

Il gattone capì che era circondato dai nemici che gli volevano impedire di fare quello che lui voleva.

Di andare oltre il giardino, di aiutare le creature, di voler bene, di amare.

E questi fantasmi lo spaventavano, lo torturavano, lo rendevano immobile.

Cercava di affrontarli e di scacciarli ma non ci riusciva. Più li allontanava e più erano e lo aggredivano.

Era sul punto di soccombere, asfissiato dai fantasmi…..e improvvisamente si svegliò.

Si guardò in giro e capì subito di essere stato vittima di un brutto incubo.

Ma da dove venivano questi incubi, questi brutti pensieri? Si mise a riflettere e capì che tutto aveva avuto inizio quando Raoul gli aveva chiesto se si era innamorato di Anna la Faina.

E Morsicone arrivò alla conclusione che non poteva più prendersi in giro.

Si, si era innamorato di Anna. E anche perdutamente.

Ma questo lo faceva stare male. E si chiedeva come mai. L’amore non è quella magia che ti fa sentire bene, che ti guarisce ogni malanno? Come mai, con lui, questa formula non funzionava, anzi, gli procurava ansia e incubi?
Questa era la vera domanda a cui rispondere. E Morsicone lo aveva capito. Era tutto un suo problema interno e questo problema generava i fantasmi che lo tormentavano.

Da saggio guaritore aveva inquadrato la situazione e si era messo nell’ottica di pensiero che era lui che aveva bisogno ora.

E le strade erano due. O cercare di autocurarsi affrontando un faticoso e difficile lavoro su se stesso, o mettersi in mano ad un guaritore a sua volta, che poi sarebbe stato un collega.

Era una decisione importante e difficile da prendere. E Morsi, alla fine, arrivò alla conclusione che avrebbe cercato di curarsi da solo.

Doveva iniziare a fare un lavoro su se stesso.  Ci pensò molto su come iniziare. E capì che era tutta una questione di riflessività.

Riflettendo su se stesso avrebbe perlustrato la sua realtà interna e l’avrebbe messa a fuoco con la luce della realtà esterna. E così avrebbe creato uno scambio di immagini interne che si sarebbero messe in contrasto con immagini dell’esterno.

Si sarebbero potute così vedere le cose interne che non andavano e si sarebbero potute aggiustare con l’ausilio della ragione, partendo dalla realtà esterna.

Questo era uno schema che lo convinceva.

Così, Morsi decise di fare una camminata nel bosco pensando a queste cose, allo schema.

Era sicuro che, così facendo, avrebbe risolto i suoi problemi interiori e fatto così svanire quei brutti fantasmi che lo tormentavano.

In realtà non vedeva l’ora di liberarsi di quelle sue zavorre per poter essere così libero e godere dell’amore che nutriva per Anna.

Le voleva bene davvero e poi finalmente avrebbe provato la vera sensazione che prova chi è innamorato.

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Carlo Varesi vive a Uggiate Trevano (CO), dove si è trasferito anni fa, proveniente da Milano.
Ama scrivere, ha pubblicato due libri e vinto diversi concorsi letterari.

Le avventure di Morsicone è uno dei racconti dell’autore ambientati sul lago di Como.

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