RUBRICA, IL RACCONTO/”RICORDI
DI UNA PENNA STILOGRAFICA”

LECCO – Come ogni mercoledì, torna la rubrica dedicata ai racconti. Ancora una volta, la storia nasce dalla penna di Antonella Straziota, autrice di Malgrate specializzata in favole per bambini.

Se volete pubblicare un vostro testo (per l’infanzia o meno), inviateci i racconti alla mail di Lecco News.

Buona lettura.

Ricordi di una penna stilografica

C’era una volta una penna stilografica: la sua punta era scorsa su migliaia di fogli e, credendo molto nei principi di Libertà e Uguaglianza, non aveva fatto distinzioni tra ciò che andava raccontando… per lei erano importanti tutte le storie e, soprattutto, era convinta che, ognuna di esse avesse qualcosa da insegnare.

E, dopo essere passata di mano in mano, un giorno era giunta in quelle di un bambino che però non sapeva proprio cosa farsene. La fissava con lo sguardo di chi ha visto un marziano e, dopo averla guardata per bene, e aver provato a usarla in qualche modo, aveva deciso che non valeva la pena neanche usarla come arma per le sue marachelle; quindi, con noncuranza, la accantonò in soffitta, insieme alle cose che ormai nessuno usava più. Qui, la piccola penna, che di primo acchito si sentì molto sola e angosciata, cominciò a socializzare con gli altri oggetti che si trovavano come lei in quel posto angusto e polveroso e scoprì così il loro mondo.

Rimase letteralmente affascinata dai racconti del frullatore magico, o del temperino innamorato della gomma profumata. E così, man mano che scopriva le storie di quegli oggetti dimenticati, cominciò a riempire le pagine vuote di un diario che era stato accantonato, proprio come lei e i suoi amici e che, di giorno in giorno diventava sempre più grande.

Passarono tanti anni e quel bambino, ormai divenuto un anziano filantropo, un giorno tornò in soffitta a cercare qualcosa che potesse essergli utile per realizzare un progetto che aveva in mente da tempo. Dopo aver consultato il libro in cui erano inventariati i vari oggetti che aveva conservato e che avrebbe messo all’asta per ricavare dei soldi da devolvere in beneficenza, il suo sguardo cadde sulla vecchia penna stilografica e su quello che lui ricordava essere un piccolo diario, ma che era un grosso tomo, posto giusto accanto a lei.

La lettura delle pagine ingiallite di quel libro lo tennero incollato in soffitta per parecchie ore, trasportandolo in un mondo incantato da cui non riusciva proprio a distaccarsi. Decise che quel tomo e la penna stilografica che lo aveva scritto non potevano essere messi all’asta.

Il giorno della vendita di beneficenza accadde qualcosa di davvero strano: il filantropo, osservando i vari oggetti che aveva dinanzi a sé, riconobbe in loro i protagonisti delle storie che aveva letto nel libro con tanta emozione.

 “No!” disse allora a tutti i potenziali acquirenti “mi spiace, ma non posso vendere questi oggetti!” e congedò tutti con un “Arrivederci e grazie.”

Rimasto solo nella sua grande casa, il vecchio filantropo fissò ad uno ad uno i suoi oggetti e si immerse nel ricordo struggente della sua infanzia e del suo passato.

Ripensò a quando usava i colori a tempera per dipingere il paesaggio lontano, oppure a quando usava l’affettatrice per affettare alla perfezione il suo salame di cioccolato, o quando, grazie al frullatore magico riuscì a conquistare la sua dolce metà. “Ah!” sospirò, guardando con invidia la penna stilografica che era riuscita con maestria a descrivere tutti i suoi ricordi. “Se solo non l’avessi snobbato tanto, quando mio nonno me la regalò… chissà quante cose avrei potuto fare con lei!” pensò.

Il rumore della porta che sbatteva lo distolse dai suoi pensieri e, guardando il nipotino di dieci anni che gli chiedeva una mano a ripassare la storia, gli venne un’idea: con l’aiuto della penna stilografica gli spiegò tutti gli avvenimenti storici, come fossero delle avventure di Batman e Robin.

“E ricorda, piccolo mio” concluse dopo avergli insegnato un metodo sicuro per non scordare mai i punti salienti di ciò che stava studiando “che non c’è alcun luogo dove tu non possa arrivare, se ti lasci guidare da questa penna , che è il mezzo di trasporto della tua fantasia!”


Antonella Straziota
Nasce a Bari nel 1971, laureata in scienze politiche, da dieci anni vive a Malgrate.
La sua passione è scrivere per diletto, e grazie alla sua immaginazione scrive racconti per bambini.
È autrice dei libri “Favole e… favole” e “Natale con fantasia” pubblicati in self-publishing, e della collana “Ai e Sil alla ricerca della sicurezza perduta” (raccolta di sei libri per bambini sul tema della sicurezza), pubblicato dalla casa editrice AIESiL. Ama la natura, la lettura, i gatti e fare passeggiate.

 

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