I BAMBINI PROTAGONISTI NEI PRESEPI VIVENTI DI LAORCA, RANCIO E DELLA SCUOLA DELL’ERA-ALDÈ

LECCO – Nei rioni lecchesi di Laorca e Rancio e nella scuola dell’infanzia Dell’Era Aldè di San Giovanni le rappresentazioni dei presepi viventi con protagonisti bambini, ragazzi e adulti.

A Laorca la rappresentazione si è svolta nei dintorni della Piazza Giovanni Paolo II con la Natività davanti alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Si sono proposti antichi mestieri contadini e a conclusione dell’evento è stato offerto dall’oratorio un gradito rinfresco.

A Rancio la rappresentazione del Presepe si è svolta all’oratorio di fonte alla chiesa del Beato Mazzucconi con bambini e ragazzi a rappresentare i momenti salienti della Natività.

Alla scuola dell’infanzia paritaria Dell’Era – Aldè la rappresentazione si è svolta prima di natale ed ha avuto come protagonisti i bimbi e alcuni adulti.

Papa Francesco ha spiegato nell’udienza generale del 20 dicembre: “Francesco non vuole realizzare una bella opera d’arte, ma suscitare, attraverso il presepe, stupore per l’estrema umiltà del Signore, per i disagi che ha patito, per amore nostro, nella povera grotta di Betlemme. Ecco la prima caratteristica: il presepe nasce come scuola di sobrietà – ha sottolineato il Pontefice – E questo ha molto da dire anche a noi. Oggi, infatti, il rischio di smarrire ciò che conta nella vita è grande e paradossalmente aumenta proprio sotto Natale: immersi in un consumismo che ne corrode il significato, in cui non c’è spazio interiore per lo stupore. E il presepe nasce per riportarci a ciò che conta a Dio che viene ad abitare in mezzo a noi, ma anche alle altre relazioni essenziali, come la famiglia, presente in Gesù, Giuseppe e Maria, e le persone care, rappresentate dai pastori”. Per questo, secondo il Papa, il presepe è come un Vangelo vivo, un Vangelo domestico e in questi giorni vedremo Dio adagiato in una mangiatoia: è il più forte messaggio di Pace per la vita di ognuno di noi e per il mondo di oggi. Le guerre sempre sono una sconfitta: non dimentichiamo questo, una sconfitta. Soltanto guadagnano i fabbricatori delle armi. Per favore, pensiamo alla Palestina, a Israele, pensiamo all’Ucraina. L’Ucraina martoriata, che soffre tanto. E pensiamo ai bambini in guerra, le cose che si vedono – ha concluso il Pontefice – andiamo al presepio e chiediamo a Gesù la pace, lui è il Principe della pace”.