LETTERA. CASO ‘TI PORTO IO’:
“QUEI POVERI RICCHI,
SUGLI AUTOBUS GRATUITI”

Ambientalmente fa bene a difendere il progetto dei Bus gratuiti per giovani sotto i 19 anni, il “Ti Porto io”. Dovrebbe però evitare motivazioni roboanti e altre forature.

Il servizio costa 150.000 euro al Comune, a Linee Lecco però ne costa molti di più. Con i soldi del Comune poi si coprono 400 abbonamenti scolastici che le famiglie ricche e povere così non pagano più. Ricche e povere.

Linee Lecco oltre a pagare la Regione dei mancati incassi non riscuote i singoli biglietti per chi non avendo bisogno dell’abbonamento prendeva il bus saltuariamente. Ambientalmente fa bene a difendere il progetto, dovrebbe però evitare motivazioni roboanti e altre forature.

Le 3000 tessere vendute, per stessa ammissione di Linee Lecco come letto altrove, sono usate nella realtà solo dal 30% dei possessori, sebbene resta un mistero come faccia a misurarlo. Essendo riservate per i minori di 19 anni è forte l’eventualità e l’evidenza che sia un risparmio economico – per i poveri e per i ricchi – su un abbonamento che precedentemente si pagava – non un utilizzo diverso di mezzo di spostamento. Se non il bus al posto dei piedi

Ambientalmente fa bene a difendere il progetto, dovrebbe però evitare motivazioni roboanti e altre forature. Dire che fa risparmiare soldi alle famiglie povere e non dire che ne fa risparmiare anche alle famiglie ricche è un trucco di poca serietà.

Non dire, ancora peggio, che questo progetto si mantiene solo perché si aumenta l’addizionale Irpef a tutti e soprattutto ai poveri, altro che solo ai più ricchi, è un altro trucco di poca serietà. Le fasce più povere, passano infatti da un’aliquota dello 0.25% allo 0.80% di colpo anche chi ha poco più di 16.000 l’anno

Vogliono facilitare i poveri? Usino il reddito come misuratore per dare servizi gratuiti. Vogliono facilitare l’ambiente? Li facciano funzionare davvero i bus, rendano il servizio credibile. Almeno più di loro.

Guido Guidi

 

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