L’OPINIONE DI PAOLO TREZZI:
“LA STRADA DI CAMPO DE BOI
SI È RIMESSA IN MOTO(SEGA)”

Cara Lecconews

Ormai è certo, anche se lo sapevamo già, su quella strada per Campo de Boi ancora una volta, non stanno venendo meno solo gli alberi ma anche politici e Amministrazione.

Ora che si è rimessa in moto(sega) vediamo cadere giù insieme agli alberi la negligenza della politica che alza le mani ma non la testa.
L’assessore allo sviluppo lago-montagna Cattaneo dice pubblicamente che non è affar suo le controversie tra privati che discutono a carte bollate su quale tracciato era stato autorizzato, così nel frattempo che la Giunta parlava di loghi si dimenticava i luoghi.
Frattanto che non era affar suo le ruspe e le motoseghe curvavano, tagliavano, deviavano e ora non si sa più chi doveva andare dove.
Così han cambiato percorso di asce e bulldozer e il procedente si ripristinerà, dicono. Ma dopo tagli e sradicamento come si può parlare di ripristino?

Gli amministratori han fatto lì la gita prima dei lavori ma ora non interessa, non possono intervenire, va che è strana la politica, delibera l’autorizzazione ai lavori ma non può controllarli.

Cadono giù gli alberi e non stan più su manco i veli pietosi per gli Ambientalnientisti.
Stavano allargando cave sul Magnodeno e c’era voluto testa e cuore di qualche ragazzo per portare l’attenzione in Città, ora stan tagliando alberi sotto il Resegone verso l’Azzoni per evitare che brucino, e a Campo de Boj per farci una strada per qualche jeep e non si trova un’associazione una di verdi, di scout, di alpinisti, non si trova un partito ambientalista uno nemmeno a cercarlo in Comune che si prende carico di una sana polemica di dignità. Di chiedere conto. Di dissuadere. Di informarci almeno.

Ci sono partiti di sinistra e ambientalmentisti in Giunta che han fatto una finta famosissima e poi in buon ordine silenzio e monopattini han così svelato il cratere enorme, infinito di opportunismo, finto ambientalismo, offensivo verso i cittadini che è ancor più enorme di una già enorme strada in mezzo al bosco che non c’è più

 

Lecco

Paolo Trezzi