ELEZIONI: “VOTARSI O VOLTARSI
DAGLI IMPEGNI. METTERSI
IN POSIZIONE (DI COMODO)”

Le elezioni regionali stanno già facendo vedere un quadro indecoroso sulle candidature. Non tanto i nomi, alcuni ovviamente sì, ma le loro caratteristiche.

Spesso nominativi già impegnati in altri Enti per cui sarebbe quantomeno etico dimettersi dalle cariche in corso, subito, a prescinder dall’esito elettorale

Per non parlar di altre candidature che sono imbarazzanti proprio perché tali

Gli appena ex parlamentari in politica da decenni che non voglion mollare la poltrona, qualunque essa sia, sono un modello di proposta irrispettosa. Per gli elettori e pure per il partito.

Come chi, appena tolti gli abiti da Parlamentare, per scelta o vattelapesca, si ricicla.

Dopo aver fatto tutta la carriera politica, da segretario ad assessore, da Sindaco per due mandati, a deputato anche qui per due.

Che senso ha fare a ritroso la carriera politica se non quello, ammantandolo col nobile “mettersi a disposizione”, dell’italico viziaccio di farsi gli affaracci propri?

Perché bisogna essere sempre, dopo decenni ininterrotti, il collo di bottiglia, l’ubriacatura del potere, che rallenta, ostacola ricambi, esperienze?

Davvero non ce n’è uno valido che la scala di rappresentanza può farla in avanti?

Perché si accetta, per partito preso, che questi politici stiano sempre in prima fila, nel primo banco, l’unico spesso, e mai un passo indietro e mettersi sì a disposizione ma come esperti, vecchi saggi se gli si vuole dare un tono?

Paolo Trezzi

Lecco

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