SOLDI PUBBLICI AI NEGOZIANTI,
TREZZI: “ESERCIZI DI DISPARITÀ”

Buongiorno Direttore,
è quasi ospedaliera l’assurdità e la tempistica dell’iniziativa del Comune andata in porto ieri.

Quella di dare migliaia di soldi pubblici a una manciatona di esercenti, 40, per il solo merito di essere ubicati in centro, nel famoso Distretto Urbano del Commercio, per un importo totale di 200.000 Euro (198.392,23) e farlo pure subito dopo la scelta di aumentare le tasse comunali anche alle famiglie più fragili, triplicandole, dopo aver applicato aumenti a due cifre per la mensa scolastica, nondimeno dopo aver tagliato iniziative estive a partire dal trasporto pubblico “ti porto io in montagna”, aumenti giustificati dicendoci perché non ci sono soldi.

Evidentemente non c’erano soldi per le famiglie ma per un po’ di negozi, sì.

Se hai un esercizio commerciale nei rioni o fuori dal centro, il Comune, tramite il sorridente assessore Cattaneo però ti dice chiaro e tondo: Peggio per te!

E non solo non ti sostiene, ma ti mette in piedi strumenti e Bandi per farti pure concorrenza sleale, alimentando continui privilegi a fondo perduto, agli altri.

Il criterio per dare questa valanga di soldi presi dalle tasse delle famiglie, oltre a quello di essere del centro è stato “il primo che li chiede”: tra un calcio nelle palle del bisogno e un tanto non son soldi miei.

Puoi essere Paperone, avere esercizi sempre pieni, chiedi da 2000 a 5000€ e son tuoi, anche se magari quei soldi li fai in due ore con l’happy hour o con uno spritz coi turisti sotto il dehors.

In più l’assessore dice che ha privilegiato chi non li aveva presi gli anni scorsi – già perché questo privilegio va avanti da anni – scorri la lista e ti viene da ridere e da piangere assieme.

Sarebbe almeno decente, moralmente obbligatorio, che almeno sulla vetrina, sui tavolini e sacchetti di questi 40 esercizi ci fosse un adesivo che ricordi ai clienti che han beneficiato di contributi pubblici, non i clienti, i negozi.

E poi pensate, con questi 200.000€ e con tutti i rivoli di contributi dati a pioggia, anche per pagare il rinfresco alle conferenze di associazioni, rivoli per milioni di euro, quante tasse in meno alle famiglie e quanti servizi pubblici in più per tutta la cittadinanza si potevano fare e il Comune, che non lascia indietro nessuno a parole, ha scelto di non fare.

Paolo Trezzi
Lecco

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