ANZIANI E DIVARIO DIGITALE, SPI CGIL LECCO: “NON VANNO LASCIATI SOLI”

LECCO – Burocrazia digitale: aumentano il numero e la complessità delle procedure, e di conseguenza le difficoltà che gli anziani devono affrontare per godere di una piena cittadinanza. Una questione sempre più al centro del dibattito pubblico, con sollecitazioni anche sugli organi di stampa, che necessità di un intervento deciso da parte delle istituzioni. Gli anziani hanno il diritto di non essere lasciati soli.

Sono davvero molte le persone che lo Spi di Lecco, tramite le sue 17 sedi e 25 permanenze nel territorio, incontra e con cui si confronta quotidianamente. Oltre alle note ed evidenti problematiche di carattere economico, sociale e sanitario, c’è un tema sottovalutato ma sempre più urgente, che richiede progettazione e investimenti mirati: il divario digitale. Due semplici parole che celano un disagio profondo in una parte rilevante della popolazione, in particolare tra gli anziani. Il non saper utilizzare i tanti e sempre nuovi strumenti tecnologici indispensabili per la vita moderna, riduce l’autonomia degli individui, aumenta il senso di emarginazione, genera frustrazione e rabbia, e rappresenta un oggettivo fattore di diseguaglianza che limita di fatto l’accesso a una piena cittadinanza. Troppe volte le persone che si presentano agli sportelli dello Spi non sono in grado di gestire in autonomia le spesso complicate pratiche burocratiche che devono necessariamente essere portate a termine per usufruire di un diritto.

“Noi continueremo a insistere affinché la Pubblica Amministrazione si faccia carico della questione – spiega Pinuccia Cogliardi, segretaria generale dello Spi Cgil Lecco – Non è pensabile affidare la soluzione alla disponibilità individuale, questo è a pieno titolo un problema sociale che esige una risposta di sistema. Lo chiederemo ancora convintamente in fase di negoziazione: il cittadino non può potersi affidare solo alla disponibilità di un parente, di un conoscente o di un funzionario, per effettuare quelle procedure informatiche fondamentali per svolgere delle pratiche. Deve avere un luogo e un tempo, in altre parole uno sportello dedicato, dove poter essere affiancato nella realizzazione dei suoi diritti. Queste persone non devono in alcun modo sentirsi in obbligo di scusarsi perché non sono in grado di rispondere adeguatamente alle sempre più complesse abilità digitali richieste, al contrario devono esigere il necessario accompagnamento.

“Spesso sono anziani che hanno pagato e pagano le tasse fino all’ultimo euro – continua Cogliardi – quelle prestazioni, che ormai vengono gestite online nella quasi totalità, le hanno pagate tutte e più di altri, avere il giusto sostegno per accedervi è un loro diritto, non una concessione. La pubblica amministrazione legittimamente utilizza sempre più la tecnologia, ma sembra dimenticarsi del concetto di servizio pubblico, scaricando in modo più o meno consapevole ai cittadini e alle associazioni l’onere di una gestione sempre più complessa. Questa è una rivendicazione che sosterremo con determinazione, e siccome a noi piace essere poco polemici e molto costruttivi, continueremo a lavorare con altrettanta decisione anche per chiedere sempre più corsi di alfabetizzazione informatica. A tal proposito, siamo molto orgogliosi della collaborazione instaurata con alcuni Istituti Superiori della provincia per insegnare ai nostri anziani a usare il computer e non solo. Un importante esempio di scambio intergenerazionale, che aiuta la terza età ma fa crescere anche i giovani studenti, diventati per insegnanti per l’occasione.”