Cortese Direttore
aldilà di come politicamente la si pensi proprio non si può evitare di commentare il “balletto” (ognuno trovi, se vuole, un aggettivo adeguato, sich!) della concertata spartizione delle candidature da parte delle forze del Centrodestra locale che anche il suo giornale, evidentemente ben informato, ha descritto in alcuni suoi articoli.
Un balletto da “manuale Cencelli” che rischia di ridurre anche localmente le competenze e i meriti del singolo candidato a puro elemento ornamentale di fatto sacrificato all’utilitaristica “ragion di partito” o meglio ancora “ragion di coalizione”.
Se già tale “prassi” spesso configura malamente il livello nazionale e così pure quello regionale per il comune cittadino risulta perlomeno, usando un eufemismo, incomprensibile a livello locale, dove dovrebbe prevalere il primato della effettiva risoluzione dei problemi e non la logica delle “casacche”.
Non so se ciò possa valere, non me lo auguro, anche per gli altri partiti o coalizioni ma l’assegnare le candidature (in questo caso per i Comuni di Casatenovo, Merate, Oggiono, Valmadrera) ad espliciti pubblici accordi (certamente meglio, ovviamente, di quelli “sottobanco”) con queste modalità tra coordinatori locali mi sembra corra il fondato rischio di infliggere un ulteriore colpo alla disinteressata funzione di servizio alla Collettività che dovrebbe connaturare le nostre istituzioni locali.
Ma proprio coloro che fanno del principio del “merito”, e non degli “opportunismi”, uno dei capisaldi della propria cultura politica non avvertono perlomeno un certo imbarazzo nell’applicare questi metodi?
Penso che competenza, disinteresse, onestà, sensibilità, capacità comunicativa e quant’altre virtù siano le doti che i cittadini elettori (e si spera anche attivamente partecipi alla vita della Collettività, ben oltre il solo esercizio del voto) si aspettino dai loro rappresentanti e non il frutto, perlomeno a livello locale, di equilibrismi finalizzati alla convenienza del proprio partito.
Forse è giusto e opportuno il disvelamento dei “retrobottega” da parte dei giornalisti (occhio però a non alimentare troppo il teatrino della politica, quella appunto con la p minuscola) ma altra cosa è da parte delle forze politiche avallare prassi quantomeno discutibili arrivando di fatto a legittimarle come normali.
E va be’ che il Mercato sembra dominare ogni dimensione del nostro vivere ma almeno nella politica amministrativa locale si cerchi di evitare quello che può essere perlomeno percepito come un altro mercato, quello delle convenienze bovine.
Se sono un ingenuo o un puritano non lo so ma penso proprio di essere in compagnia di molti.
Germano Bosisio