CAMPANE DI OLCIO: NUOVI RINTOCCHI… DI GUERRA

OLCIO ASSEMBLEAMANDELLO DEL LARIO – Il tempo di un giorno e la serenità scaturita dall’assemblea del 3 aprile a Olcio sul tema “rintocchi campane” è sfumata: sabato due media locali avvisano di aver telefonato a due dei 4 richiedenti del silenzio nominati dal parroco nel corso delll’assemblea, per avere una dichiarazione come giusto diritto di replica.

Per la prima volta da quando è cominciata la “guerra della campane”, i due confermano di essere stati loro ad aver avanzato la legittima richiesta e, stupiti, sostengono di aver consegnato al parroco una missiva da leggere durante l’assemblea, lettera nella quale scrivevano le loro motivazioni e, nello stesso tempo, le ritiravano, non avendo proprio pensato che quella richiesta avanzata per tutelare il sonno dei clienti del loro Bed and Breakfast potesse creare tante conseguenze…

Apriti cielo: il parroco dunque sapeva, doveva leggere la missiva e non l’ha fatto… Perchè?

I “leader” della protesta, Gilardoni e Fasoli, hanno cercato sabato tutto il giorno don Mario (che tra l’altro hanno sempre “difeso” seppur non facendogli mancare critiche per la gestione giudicata “non trasparente” di tutta la vicenda). “Don Mario ha sbagliato per una questione di correttezza verso la sua gente – affermano ora – e non c’è giustificazione che possa essere messa davanti a questa cosa; il nostro caro parroco ha ascoltato la sua gente convocata per chiarire le idee e farsi delle opinioni… Dopo il bel risultato eravamo tutti felici e invece arriva  questa doccia fredda”.

Nella frazione di Mandello la tensione è alta. Il don sostiene (lo ha esposto domenica per iscritto) che se anche vi fossero le due “recessioni” non si sentirebbe di sbloccare i rintocchi per non andare contro una norma vecchia di anni della Curia comasca.

“Questa è una sua idea e posizione legittima – contrattaccano i difensori delle tradizioni – ma il fatto è un altro: non può non avvisare, accennare a una lettera consegnatagli per essere letta pubblicamente in un’assemblea e il cui contenuto è il ritiro della richiesta che ha causato tutto questo “caos”. La gente perde la fiducia”.

Il secondo punto scaturito dall’assemblea era proprio quello “Di recarsi anche in Curia ma con le firme e le recessioni dei richiedenti eventualmente ricevute. E una di queste l’aveva già in mano. Come risposta ci è stato detto dal parroco che la lettera l’avrebbe rifiutata subito alla consegna per motivi (testualemente) da parroco. Ma nemmeno questo motiverebbe il non accennarlo durante una serata che si è svolta con cordialità. Prossimamente faremo delle precisazioni in risposta ad alcune dichiarazioni, fatte e scritte su un periodico, da una signora richiedente il blocco dei rintocchi: non ci sembrano del tutto  complete o corrispondenti alla versione data dal parroco in sede di assemblea. Abbiamo sempre detto a tutti – concludono Fasoli  e Gilardoni – che non si tratta solo delle campane, ma di una questione di principio, di identità, di qualcosa che le leggi e i regolamenti non potranno mai normare”.