CASO GILARDI: “MAI MANIFESTATA DAL PROF LA VOLONTÀ DI ANDARE IN RSA”

LECCO – Carlo Gilardi non voleva la ribalta, anzi quando gli riferirono del un servizio delle “Iene” lo definì “un pettegolezzo” e una violazione della privacy. È quanto emerso oggi nell’udienza che vede imputati del reato di diffamazione per il servizi del 17 novembre 2020  e del 16 febbraio 2021 sulla popolare trasmissione “Le IeneNina Palmieri e Carlotta Bizzarri nonché Brahim El Mazoury, ex badante di Carlo Gilardi. I tre devono rispondere di diffamazione per i contenuti, ritenuti lesivi dall’avvocato Elena Barra – amministratore di sostegno dell’ex docente.

Nell’udienza odierna, davanti al giudice Gianluca Piantadosi, i fatti sono stati ricostruiti con i carabinieri che intervennero la mattina del 30 ottobre 2020 a Brivio, l’assistente sociale della Rsa Airoldi e Muzzi e un collega di studio dell’avvocato Barra. Gli inquirenti hanno riferito che l’intervento era a supporto dai sanitari chiamati dall’avvocato Barra e in esecuzione di un’ordinanza del giudice tutelare che indicava la necessità di ricoverare in una Rsa l’ex docente, supportata da una richiesta del medico di base che prevedeva un accertamento in Pronto Soccorso.

Nella deposizione è emerso che Carlo Gilardi “non ha mai manifestato la volontà di andare in una Rsa” e che più volte si sarebbe scagliato contro “gli uomini di legge” e la sorella. Quando la forza pubblica intervenne a Brivio, l’ex badante disse a Carlo Gilardi: “Non seguire e non accettare i loro consigli, perché non tornerai più a casa”. Il teste chiave dell’udienza odierna è stata l’assistente sociale della Airoldi & Muzzi Sabrina Zanetti, che ha ricostruito fin dal primo colloquio del 27 ottobre 2020 la vicenda Gilardi, partendo dalle prime visite fino alle attività e il coinvolgimento nella struttura di via dell’Eremo. Incalzata dalle domande dell’avvocato Elena Ammannato, che assiste la parte lesa Elena Barra, l’assistente sociale ha sottolineato che Carlo Gilardi è stato seguito e accudito nel migliore dei modi, alternava sprazzi di lucidità a momenti bui e  quando gli proposero di scrivere un libro disse con una battuta “lo intitolerò Il matto di Airuno“.  “Fino a quando non venne messo in onda il servizio de Le Iene – ha spiega l’assistente sociale – tutto è filato liscio, dal giorno successivo ci fu un’ondata di richieste di persone che volevano vederlo e tantissime telefonate”.

Tra le curiosità anche una lettera scritta a Papa Francesco, in cui spiegava che in un testo sacro è scritto “un bimbo in seno”, mentre per l’ex professore doveva essere scritto “in grembo” e il pontefice gli rispose con alcuni chiarimenti – e l’incontro con gli studenti del Medardo Rosso di Lecco che rimasero sorpresi dalla cultura e dal modo di porsi dell’ex docente di Airuno.

Nel controesame gli avvocati Federico Giusti che rappresentava le difese di Palmieri e Bizzarri e Stefano Pistollato per l’ex badante, hanno posto domande sia agli inquirenti sia all’assistente sociale chiarendo in particolare l’aspetto in cui Carlo Gilardi rifiutava di andare in una Rsa. Il collega di studio dell’amministratore di sostegno è stato invece sentito sulle molestie subite dopo i servizi messi in onda da le Iene.

Il processo è stato aggiornato a febbraio per la discussione.

A. Pa.